Roma - "Al momento non ci sono le condizioni per esprimere un voto favorevole al decreto". Lo ha detto il leader di An, Gianfranco Fini, lasciando il vertice della Cdl sulla sicurezza. "Nonostante le verbali affermazioni di Padoa-Schioppa e di Amato, tutta l’opposizione si è trovata concorde nel dire che nel testo non ci sono le risorse necessarie per una politica a tutela della sicurezza, e quindi per dare alle forze dell’ordine i mezzi che richiedono". Fini ha spiegato inoltre che "nel testo non c’è la norma che abbiamo tutti invocato per l’espulsione dei cittadini comunitari anche per coloro che sono nell’impossibilità di dimostrare un reddito e anche per la parte relativa alle espulsioni attraverso un intervento coatto. Nel testo - ha concluso Fini - non c’è nulla di esplicito. Di conseguenza - ha sottolineato Fini - presenteremo degli emendamenti unitari che recepiscono questi principi. Se però il testo è quello presentato alle Camere noi della Cdl non lo votiamo".
Fassino: "Pronti a discutere le richieste della Cdl" Il centrosinistra è pronto a discutere in sede parlamentare sulle richieste avanzate dalla Cdl in tema di sicurezza. Lo assicura il leader dei Ds, Piero Fassino, confidando sulla possibilità che durante la discussione sul decreto legge messo a punto dal Governo si possa trovare un accordo tra i poli. "Siamo pronti a discutere in parlamento come rendere più chiare e inequivoche le norme che garantiscono la sicurezza dei cittadini. Sulle tre questioni poste da Fini - spiega Fassino - credo si possa trovare ragionevolmente in parlamento un accordo".
Intesa su Schengen: rivedere gli accordi L'Italia dovrebbe proporre alla Commissione Europea una "riflessione" sugli accordi di Schengen, che permettono la libera circolazione all'interno di tutti i paesi Ue. Su questo punto si sono detti d'accordo Piero Fassino e il segretario di An Gianfranco Fini, intervenendo alla trasmissione 'Porta a Porta'. Prova di dialogo in tv. "L'Italia - ha detto Fassino - dovrebbe riproporre in sede Ue alcune questioni sugli accordi di Schengen. Che l'Italia proponga al commissario Frattini e alla Commissione Ue, una riflessione è fondamentale". "Questo è sacrosanto - è subito intervenuto Fini - anche la Germania e l'Austria hanno già fatto altrettanto, sospendendo alcune parti dell'accordo. Sarebbe un passo importante, e anche noi quando abbiamo governato abbiamo un po' sottovalutato questo aspetto".
Il leader di An: "Accolgano nostre richieste" "Io tengo il punto. Se il Pd presenterà emendamenti in parlamento" che accolgono le modifiche al decreto sicurezza proposte dal centrodestra, "valuteremo, ma ora io sto ad oggi, cioè che quanto chiediamo non è scritto nel decreto". Fini ribadisce la richiesta dell’opposizione di una "stesura più esplicita del decreto, di una circolare più chiara da inviare ai prefetti", ma soprattutto la necessità che sia scritto nero su bianco che "l’espulsione ordinaria è quella coatta con l’accompagnamento a destinazione", mentre "è solo eccezionale quella con il semplice invito ad andarsene". Insomma, conclude Fini "se c’è la buona volontà le modifiche si inseriscano nel Dl. Apprezzo la posizione di Fassino, ma ora bisognerà vedere se questa volontà è la volontà di tutta la maggioranza".
Fini contro Veltroni: Roma come Calcutta "Il sindaco Veltroni ha chiuso gli occhi su certe situazioni che ricordano Calcutta", attacca così il leader di An intervenendo a 'Porta a porta', mentre Fassino, che ha difeso Veltroni. Fini ha preso spunto da una frase di Fassino, il quale aveva ricordato che diversi sindaci di centrosinistra, come Cofferati, Domenici e Veltroni, avevano preso iniziative sui temi della sicurezza. E qui è partito il durissimo affondo: "Veltroni si è fatto vanto di molte iniziative come le notti bianche, che vanno a suo onore, ma ha chiuso gli occhi su certe situazioni che ricordano Calcutta". Secondo Fini, Veltroni "ha la faccia tosta" quando sostiene di essersi interessato dei temi della sicurezza. Pronta la replica di Fassino, il quale ha ricordato una inchiesta pubblicata oggi dal Sole 24Ore: "Si può vedere con chiarezza che il numero dei reati principali a Milano, che ha una popolazione che è la metà di quella di Roma, è in termini assoluti molto superiore a quello della Capitale. Ma a nessuno viene in mente di chiedere le dimissioni del sindaco Moratti perché sarebbe strumentale. Anche perché - ha concluso - questi problemi dipendono da una serie di politiche che non fanno capo ai sindaci".
Casini: "Auspico intesa con la maggioranza" Il tema della sicurezza merita "un impegno comune di tutta l’opposizione e, se è possibile,
anche un’intesa con la maggioranza per dare una risposta di fermezza ai cittadini del Paese".
Lo ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, a margine di una riunione dei centristi al
Senato.
"Non sono ammessi distinguo nella Cdl, bisogna agire insieme" per fronteggiare l’emergenza. Pier Ferdinando Casini, al termine del vertice della Cdl, spiega che l’opposizione sarà unita in questa battaglia per migliorare un decreto che - osserva - "ora non è una cosa seria. La sicurezza dei cittadini - aggiunge ancora - merita che l’opposizione sia unita, c’è uno stato di frustrazione davanti a questa delinquenza". Il leader centrista auspica che la maggioranza ascolti quello che l’opposizione avrà da dire. "Quel decreto - osserva - non è una cosa seria, noi chiediamo più fondi e soprattutto espulsioni certe. Non basta un foglio di via che si butta subito nel cestino". Casini infine si dice d’accordo con Fini nel ritenere che chi non ha la possibilità di lavorare "non abbia fissa dimora" sul territorio italiano.
Maroni: "Prima emendamenti poi nostra proposta" "Faremo un’azione in due fasi: emendare questo decreto che si limita solo ai cittadini comunitari, perché il problema è ben più ampio, e poi si preocederà a definire una proposta condivisa da tutta la Cdl sulla sicurezza, sui cittadini extracomunitari e sui clandestini, che verrà studiata nei prossimi giorni". È quanto ha affermato il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Maroni, al termine del vertice della Cdl. "Questo decreto - ha concluso Maroni - in sè non risolve nulla".
Turigliatto e Cannavò: "Noi siamo all'opposizione" "Con l’approvazione da parte dei ministri della sinistra, a partire da Rifondazione, del decreto sicurezza un’altra diga a sinistra è saltata. La diga della civiltà giuridica, della tolleranza, della diversità sostanziale rispetto alle destre".
Lo scrivono in una nota congiunta Franco Turigliatto e Salvatore Cannavò, esponenti della Sinistra critica denunciando che "a furia di prevenire il peggio la Sinistra di governo ha favorito proprio il peggio che oggi assume il volto inquietante del cinismo di Veltroni, il quale monta una campagna razzista per consolidare il suo Pd".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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