Sicurezza, Maroni: "Più poteri ai sindaci"

Il ministro dell'Interno incontra i primi cittadini per la firma della Carta di Parma: "Più mezzi e più risorse ai comuni. I fondi saranno fuori dal patto di stabilità". La ricetta del Viminale: "Reato di clandestinità? Serve per le espulsioni"

Sicurezza, Maroni: "Più poteri ai sindaci"

Parma - Poteri ai sindaci. Che vuole dire più mezzi e più risorse per affrontare i problemi della sicurezza. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, incontrando questa mattina i 21 sindaci firmatari della Carta di Parma sulla sicurezza, ha detto che "occorre dare una risposta più rapida ed efficace alla domanda di sicurezza che viene da tutti i cittadini. È intenzione del governo - ha aggiunto - dare una risposta di sistema e non emergenziale, dando ai sindaci più poteri e più risorse: le responsabilità, ma anche i mezzi per affrontarle". Maroni si è detto "molto soddisfatto" dell’incontro di Parma, nel Ridotto del Reggio, con i sindaci firmatari della Carta, spiegando che si è trattato di un incontro ricco di stimoli che "intendo recepire nei testi legislativi" sulla sicurezza.

Le risorse Il ministro ha definito il tema delle risorse per la sicurezza "quello principale", indicando l’esigenza che le risorse vengano collocate fuori dal patto di stabilità. "Ne discuteremo più avanti con la legge Finanziaria probabilmente anticipata a luglio" ha spiegato ancora Maroni.

Risposte certe "Anche perché - ha detto Maroni - vengono da chi ha esperienza sul campo, da chi vive i problemi della sicurezza tutti i giorni. Dobbiamo dare una risposta certa sul tema della sicurezza - ha detto il ministro dell’Interno - e non interventi una tantum come è stato fatto in passato" ricordando tra l’altro il sondaggio che è apparso oggi su un quotidiano secondo il quale il 90% degli italiani si sente insiscuro. Maroni ha spiegato che questo stretto legame con i sindaci rappresenta l’inizio di una fase nuova, aggiungendi di essere soddisfatto di potere contare sulla collaborazione di tanti primi cittadini, a prescindere dal colore politico. Infatti - ha aggiunto - "la sicurezza è un problema che prescinde dall’ideologia e dall’appartenenza politica".

Le espulsioni "La mia opinione è che debba esserci il reato di immigrazione clandestina che è lo strumento giuridico che ci consente il provvedimento di espulsione immediata" anche alla luce di quanto "è stato deciso in sede europea". Maroni ha ribadito la propria opinione su questo punto. Lo ha fatto precisando però che nel vertice con i sindaci delle città medio piccole non si è discusso di questo problema, ma di come accrescere il potere dei primi cittadini. Maroni ha ribadito che bisogna fare in modo che la previsione di questo reato "non inceppi i processi e riempia le carceri. Ma senza il reato - ha detto - c’è solo il foglio di via. Io sono più interessato alla sanzione accessoria (espulsione) che a quella principale (carcere)".

Prostituzione Spostare il problema della prostituzione dal decreto legge al disegno di legge definendo "una proposta complessiva che non sia solo repressiva". Lo ha sostenuto il ministro Maroni precisando che nell’incontro di Parma con i sindaci questo tema è stato accennato, concordando semplicemente sul fatto che la prostituzione va contrastata. Maroni ha aggiunto che chiederà ai presidenti delle Commissioni "di togliere l’emendamento" che è stato presentato sul tema della prostituzione per spostarlo nel disegno di legge.

"L’obiettivo - ha spiegato il ministro - è quello di avere un paio di settimane per raccogliere le proposte e formulare una proposta definitiva del governo. Definire come reato e punire l’adescamento è una proposta che presenta pro e contro. Bisogna pensare a una soluzione definitiva che risolva o attenui il problema".

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