Sicurezza, Milano ha paura e sfila con la Moratti

Sondaggio del «Giornale»: il 64% dei cittadini pensa che la criminalità sia in aumento e il 68% appoggia la manifestazione del sindaco. Le più preoccupate sono le donne ma il dato nuovo è che il rischio è percepito in ugual modo in centro e in periferia. Il 78% vuole più agenti nelle strade

Due milanesi su tre - e anche oltre - stanno con la Moratti. Il 68,4 per cento dei cittadini approva la partecipazione del sindaco alla manifestazione anti-criminalità del 26 marzo. Il 40 per cento arriva a dire che non solo è «abbastanza», ma «molto opportuno» che sfili accanto ai suoi concittadini. A pensarla così sono soprattutto le donne, a cui evidentemente piace essere rappresentate da una «sindachessa» di polso, e in generale i milanesi con più di 56 anni. A rivelarlo è un sondaggio sul tema della criminalità a Milano, realizzato per conto del Giornale dallo studio di consulenza «Ferrari Nasi e Grisantelli srl» nella giornata di martedì scorso su un campione rappresentativo di cinquecento cittadini.
I risultati dell’indagine non sono confortanti. Secondo il 64 per cento degli intervistati, a Milano oggi c’è più criminalità rispetto a cinque anni fa. Per il 34,8 per cento, addirittura, è «molto aumentata». Il disagio è più sentito dalle donne, e in egual misura da chi abita in centro o in periferia. Più «allarmati» i cittadini che dichiarano di votare per la Cdl. La percezione del rischio poi non è avvertita come qualcosa di lontano, un problema che potrebbe capitare agli altri ma non a se stessi. Tant’è che, accorciando i tempi del confronto, rispetto solo a due anni fa la maggioranza del campione (il 67,8 per cento) dichiara che «personalmente» è più - o un po’ più - preoccupata per la criminalità. E, ancora una volta, si sfata la leggenda che in periferia il rischio sia avvertito maggiormente che nelle zone più vicine al Duomo: la tensione è alta ovunque, addirittura più alta nelle strade meno periferiche.
Aleggia un clima di paura e, se si pensa a un’esagerazione, a testimoniare che non è affatto così basta pensare che per una persona su tre, se lo Stato non riesce a proteggere i cittadini, allora vale la regola della giustizia fai-da-te: «è giusto difendersi da soli» dice il 33,8 per cento del campione. Un dato che deve far riflettere. Ovviamente, si pretende che a garantire la sicurezza sia il Governo, anzi lo Stato, che dovrebbe considerarla «sempre una priorità», indipendentemente dal colore politico: su questo sono quasi tutti d’accordo (97,8 per cento), sia che votino Unione che Cdl. Del resto, lo dichiara senza dubbio oltre il 91 per cento degli intervistati: «la criminalità non è una questione né di destra né di sinistra». Considerazione bipartisan: sono «molto d’accordo» sulla questione tanto i milanesi che votano Ds (84,2 per cento) quanto quelli che appoggiano An (85,4 per cento).
Concordia che - non è una sorpresa - viene a mancare quando si chiede di giudicare l’azione svolta dal Governo Prodi per fronteggiare la criminalità e garantire sicurezza ai cittadini. Il voto è «molto» o «abbastanza» negativo per la metà degli intervistati (50,6%), contro il 4 per cento del campione che lo valuta «molto positivamente» e il 3 per cento «abbastanza». Più generosi i milanesi che votato Unione, severi nel giudizio quelli vicini alla Cdl. Prodi - sostiene il 75,4 per cento del campione - dovrebbe destinare maggiori risorse alle forze di pubblica sicurezza, «anche togliendole ad altre parti della pubblica amministrazione». E dovrebbe - ne è convinto addirittura il 78 per cento degli intervistati - «dare a Milano non solo i 100 agenti che ha promesso», ma «i 500 che la Moratti ha chiesto».
Il sindaco di Milano non dovrebbe, a quanto pare, essere lasciata sola nella richiesta di una maggiore attenzione da parte del Governo per la lotta alla criminalità. Anche i sindaci di altre grandi città «dovrebbero partecipare alla manifestazione in favore della sicurezza».

Lo dicono quasi due milanesi su tre (il 63,8 per cento del campione). E in questo caso, tra i cittadini che votano Unione (la maggior parte dei quali non è d’accordo) lo scarto tra favorevoli e sfavorevoli è abbastanza sottile.
(1. Continua)

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