La Moratti attacca: "Il governo ha scelto di non decidere" Il sindaco di Milano, che per prima ha lanciato in Italia il tema della sicurezza nelle città innescando gli interventi del governo, non è però convinta. Anzi, appare decisamente critica e non usa mezzi termini. Fa sapere infatti di provare "grande delusione e forte preoccupazione sui contenuti e sulle modalità con i quali il governo pensa di intervenire sul tema sicurezza. In nome di ragioni puramente ideologiche, il governo ignora le richieste dei cittadini e di chi amministra le città, cioè di chi ha la responsabilità quotidiana di rispondere ai drammi personali dei più deboli, donne, anziani, bambini, di chi subisce furti, rapine, violenze, di chi vive il grave disagio delle case occupate abusivamente, di chi soffre per la mancanza di sicurezza". Questo perché il governo non ha voluto usare "lo strumento del decreto legge" indicato, spiega la Moratti, dai sindaci come "unico modo per affrontare quella che può ormai dirsi una vera emergenza nazionale. Sappiamo tutti che, procedendo attraverso un disegno di Legge, il cui iter parlamentale si prospetta alquanto incerto, chi amministra le città sarà lasciato ancora per molto tempo solo e senza strumenti adeguati ad affrontare le esigenze di chi vive quotidianamente e sulla propria pelle i pericoli della piccola e della grande criminalità".
Veltroni soddisfatto, la Vincenzi no Se la Moratti è preoccupata (e non è la sola) il sindaco di Roma Walter Veltroni apprezza le scelte del governo di centrosinistra. "Sono misure molto importanti - ha detto Veltroni - spero
che possano diventare oggetto di un provvedimento che venga
approvato il prima possibile...". Già perché il punto è proprio quello sollevato dalla Moratti, quel "prima possibile" pare più un auspicio che altro. Ma Veltroni prosegue: "Ci sono diverse misure che
contengono richieste che avevamo fatto. In particolare sono soddisfatto dell’accoglimento di una
richiesta che avevo avanzato personalmente al ministro degli
Interni e cioè la possibilità che il prefetto possa
intervenire per disporre l’accompagnamento non solo per coloro
che sono responsabili di reati contro la sicurezza nazionale ma
anche nei confronti della sicurezza pubblica che è un concetto
che va oltre il terrorismo e che riguarda la sicurezza di tutti
i cittadini".
E se il sindaco di Bologna Sergio Cofferati sostiene che "le novità proposte sono positive soprattutto in chiave di
prevenzione del crimine e di certezza della pena" e quello di Napoli Rosa Russo
Iervolino si augura che "le
nuove norme possano entrare in vigore al più presto e il governo
scelga lo strumento di presentazione più idoneo a far convergeresu
di esse, il consenso sia della maggioranza che dell'opposizione». E' invece più critico il sindaco diessino di Genova
Marta Vincenzi, che ha definito l’incontro "positivo, ma - denuncia - non si è parlato di uomini e finanziamenti. Oggi il ministero
dell’Interno ha dimostrato una buona capacità di ascolto. Purtroppo
però su alcune questioni - ha concluso il primo cittadino - ci
rimanda ad un confronto con il ministero dell’Economia".
De Corato: "Vertice deludente" Il vice sindaco di Milano Riccardo De Corato parla di un
vertice deludente, «perché - ha spiega - è sbagliato l’iter
parlamentare. Ora, invece di varare un decreto legge, come richiesto
dai sindaci, si procederà con un disegno di legge, una scelta che
rimanda l’entrata in vigore del provvedimento. Nessuna volontà -
continua - di deroga ai Patti per la stabilità per gli investimenti
in sicurezza da parte dei Comuni, una richiesta - ha concluso il vice
sindaco - che era stata formulata dall’Anci e il cui impedimento si
tradurrà in minori risorse per contrastare la criminalità diffusa».
Mantovano (An): "Senza risorse parole al vento" Aspetta a commentare nel merito i contenuti, il senatore Alfredo Mantovano che però mette il dito sulla questione finanziamenti: garantite la sicurezza costa e servono più soldi. "Sarà tutto inutile - dice - se il governo non metterà sul tavolo
le risorse. Nella Finanziaria per l’anno in corso il bilancio
del ministero dell’Interno ha subìto un taglio di un miliardo
di euro, che ha inciso pesantemente sulla funzionalità del
sistema, sulla prevenzione, sui controlli, sulla repressione.
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