Sicurezza, più poteri ai sindaci. Ma la Moratti critica il governo: "Ha scelto di non decidere"

Intesa fra esecutivo e amministratori. I prefetti che avranno il potere di espellere anche i cittadini comunitari. Ma il sindaco di Milano attacca: "Troppo lunga la via dell'iter parlamentare". E anche la diessina Vincenzi (Genova) è critica: "Non si è parlato di finanziamenti"

Sicurezza, più poteri ai sindaci. Ma la Moratti critica il governo: "Ha scelto di non decidere"
Roma - Il governo prepara il "pacchetto sicurezza" da presentare il 12 in consiglio dei ministri e annuncia l'intesa con i sindaci, che avranno più poteri. Il viceministro Marco Minniti ha fatto da "regista" nella definizione del pacchetto sicurezza e fra le decisioni prese nell’incontro al Viminale tra governo e sindaci una riguarda l’espulsione dei cittadini comunitari (la cosiddetta norma anti-rom): si stabilisce che i prefetti avranno il potere di espellerli quando si tratti di pubblica sicurezza. "C’è una norma - ha spiegato il presidente dell’Anci e sindaco di Firenze, Leonardo Domenici - che modificherà il decreto legislativo 30 del febbraio scorso che recepiva la direttiva comunitaria". E che riguarda l’ eventuale violazione della sicurezza pubblica anche da parte dei cittadini comunitari. "Un terreno delicato - ha aggiunto Domenici - che allarga la possibilità di intervento dei prefetti: non si tratta solamente di pericolo per la sicurezza dello Stato, ma più in generale di sicurezza pubblica. Su questo però in sede tecnica si sta continuando a lavorare». Ma non tutti sono d'accordo e si levano critiche da destra e da sinistra: l'iter di legge è troppo lungo per fronteggiare un'emergenza che richiede interventi rapidi, mancano i finanziamenti.

La Moratti attacca: "Il governo ha scelto di non decidere" Il sindaco di Milano, che per prima ha lanciato in Italia il tema della sicurezza nelle città innescando gli interventi del governo, non è però convinta. Anzi, appare decisamente critica e non usa mezzi termini. Fa sapere infatti di provare "grande delusione e forte preoccupazione sui contenuti e sulle modalità con i quali il governo pensa di intervenire sul tema sicurezza. In nome di ragioni puramente ideologiche, il governo ignora le richieste dei cittadini e di chi amministra le città, cioè di chi ha la responsabilità quotidiana di rispondere ai drammi personali dei più deboli, donne, anziani, bambini, di chi subisce furti, rapine, violenze, di chi vive il grave disagio delle case occupate abusivamente, di chi soffre per la mancanza di sicurezza". Questo perché il governo non ha voluto usare "lo strumento del decreto legge" indicato, spiega la Moratti, dai sindaci come "unico modo per affrontare quella che può ormai dirsi una vera emergenza nazionale. Sappiamo tutti che, procedendo attraverso un disegno di Legge, il cui iter parlamentale si prospetta alquanto incerto, chi amministra le città sarà lasciato ancora per molto tempo solo e senza strumenti adeguati ad affrontare le esigenze di chi vive quotidianamente e sulla propria pelle i pericoli della piccola e della grande criminalità".

Veltroni soddisfatto, la Vincenzi no Se la Moratti è preoccupata (e non è la sola) il sindaco di Roma Walter Veltroni apprezza le scelte del governo di centrosinistra. "Sono misure molto importanti - ha detto Veltroni - spero che possano diventare oggetto di un provvedimento che venga approvato il prima possibile...". Già perché il punto è proprio quello sollevato dalla Moratti, quel "prima possibile" pare più un auspicio che altro. Ma Veltroni prosegue: "Ci sono diverse misure che contengono richieste che avevamo fatto. In particolare sono soddisfatto dell’accoglimento di una richiesta che avevo avanzato personalmente al ministro degli Interni e cioè la possibilità che il prefetto possa intervenire per disporre l’accompagnamento non solo per coloro che sono responsabili di reati contro la sicurezza nazionale ma anche nei confronti della sicurezza pubblica che è un concetto che va oltre il terrorismo e che riguarda la sicurezza di tutti i cittadini".
E se il sindaco di Bologna Sergio Cofferati sostiene che "le novità proposte sono positive soprattutto in chiave di prevenzione del crimine e di certezza della pena" e quello di Napoli Rosa Russo Iervolino si augura che "le nuove norme possano entrare in vigore al più presto e il governo scelga lo strumento di presentazione più idoneo a far convergeresu di esse, il consenso sia della maggioranza che dell'opposizione». E' invece più critico il sindaco diessino di Genova Marta Vincenzi, che ha definito l’incontro "positivo, ma - denuncia - non si è parlato di uomini e finanziamenti. Oggi il ministero dell’Interno ha dimostrato una buona capacità di ascolto. Purtroppo però su alcune questioni - ha concluso il primo cittadino - ci rimanda ad un confronto con il ministero dell’Economia".
De Corato: "Vertice deludente" Il vice sindaco di Milano Riccardo De Corato parla di un vertice deludente, «perché - ha spiega - è sbagliato l’iter parlamentare. Ora, invece di varare un decreto legge, come richiesto dai sindaci, si procederà con un disegno di legge, una scelta che rimanda l’entrata in vigore del provvedimento. Nessuna volontà - continua - di deroga ai Patti per la stabilità per gli investimenti in sicurezza da parte dei Comuni, una richiesta - ha concluso il vice sindaco - che era stata formulata dall’Anci e il cui impedimento si tradurrà in minori risorse per contrastare la criminalità diffusa».
Mantovano (An): "Senza risorse parole al vento" Aspetta a commentare nel merito i contenuti, il senatore Alfredo Mantovano che però mette il dito sulla questione finanziamenti: garantite la sicurezza costa e servono più soldi. "Sarà tutto inutile - dice - se il governo non metterà sul tavolo le risorse. Nella Finanziaria per l’anno in corso il bilancio del ministero dell’Interno ha subìto un taglio di un miliardo di euro, che ha inciso pesantemente sulla funzionalità del sistema, sulla prevenzione, sui controlli, sulla repressione.

Per la Finanziaria 2008 il medesimo bilancio prevede un incremento di appena 200 milioni di euro: nominalmente appena 1/5 di ciò che è stato sottratto, di fatto un artifizio contabile perchè 80 ml sono già impegnati per debiti di spesa corrente maturati in più quest’anno e 120 ml consistono nell’incameramento delle risorse messe da parte negli esercizi passati per l’avvio del riordino. Dunque, si è agli stessi livelli di copertura del 2007. Il presupposto per rendere credibile ogni nuova norma è mettere mano al portafoglio, altrimenti saranno solo parole al vento».

 

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