Sicurezza, il premier: "Ascolteremo Napolitano"

Prosegue il dibattito dopo la lettera che il Quirinale ha scritto al governo dopo aver promulgato la legge sul pacchetto sicurezza. Fini: "Dubbi incisivi". Berlusconi: "Rapporti col Colle ottimi". E svela: "In vacanza nella caserma del G8"

Sicurezza, il premier: "Ascolteremo Napolitano"

Roma - Dl sicurezza ancora nella bufera. Ha fatto discutere la lettera che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha scritto al governo e ai presidenti di Camera e Senato esprimendo una serie di critiche e perplessità sul pacchetto approvato dal parlamento il 2 luglio scorso e promulgato ieri dal Colle. Oggi sull'argomento è intervenuto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando di "dubbi politicamente incisivi". Intanto il premier Berlusconi ribadisce la propria apertura e assicura: "Col Quirinale rapporti cordiali".

Le repliche al Quirinale Con una dichiarazione secca Fini giudica "politicamente incisiva" la lettera del Quirinale. E' troppo poco per poter affermare che la terza carica dello Stato voglia prendere le distanze dalla legge. Di certo la valutazione di Fini si va a aggiungere a quelle di altre voci del centrodestra che hanno sottolineato l'importanza di una seria riflessione sui rilievi formulati dal Capo dello Stato. Fini ha parlato nel corso della conferenza dei capigruppo di oggi che si è aperta proprio con la discussione intorno alla lettera di Napolitano. Anche il presidente del Consiglio torna sull'argomento ricordando di aver già fatto un comunicato: "Faremo una riflessione, terremo conto delle osservazioni". Poi assicura: "Con Napolitano c’è un rapporto di estrema cordialità, assolutamente positivo che si manifesta come tale in tutte le occasioni". Il Cavaliere ha sottolineato poi che "non c’è alcuna rottura della tregua", anzi il premier - durante una conferenza stampa all’Aquila - ha voluto rimarcare che con il Capo dello Stato "ci diciamo tutto, con la massima spontaneità".

L'opposizione: "Il governo riferisca" L'opposizione fa quadrato attorno alla lettera del capo dello Stato e chiede al governo di riferire in Aula. Democratici, centristi e Italia dei valori hanno, infatti, chiesto che il governo riferisca sulla questione e il ministro per i Rapporti con il parlamento, Elio Vito, ha replicato che l’esecutivo valuterà la richiesta delle opposizioni, anche se il comunicato diramato ieri sera da Palazzo Chigi esprime già chiaramente la posizione del governo.

Il Pdl: "Scelta irrituale" Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri giudica "irrituale" la lettera del Capo dello Stato. "Non tanto per i contenuti quanto per lo strumento scelto dal presidente della Repubblica. Io - ha spiegato ancora Gasparri - non ho una visione museale e ipocrita della Costituzione. Sono favorevole a tutte le innovazioni e le novità, è aperto a qualsiasi confronto. Il gesto compiuto ieri dal presidente della repubblica è tipico di una repubblica presidenziale". Sulla stessa linea anche il vicepresidente del Senato Vannino Chiti: "Il presidente della Repubblica ha trovato una via inedita ma giusta. Nel ddl sulla sicurezza ci sono molte cose contraddittorie ma anche alcune positive, come quelle che riguardano il contrasto alla criminalità organizzata".

Anche secondo il vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, le parole e le valutazioni del presidente della Repubblica "vanno rispettate sempre: sia quando vengono pronunciate in modo rituale, sia quando si manifestano in modo irrituale". "Ci sarà tempo e modo di riflettere sui suggerimenti di Napolitano. E l’occasione più vicina e giusta saranno i decreti attuativi del pacchetto sicurezza".

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