Siena e l’impossibilità di essere normale

Simone Pianigiani, allenatore campione, la futura guida della Nazionale, stasera al panathlon di Coverciano, dove sarà ospite con il presidente Meneghin che sta lavorando anche per lui con questa idea nuova del campionato di formazione fra serie A2 e serie B, racconterà quello che lo scrittore Twain scrisse al direttore del giornale dove lavorava assicurandolo che la notizia della sua morte era una esagerazione.
È così tutte le volte che ti aspetti una Siena capace di prendere respiro, cadere dove non ci si fa male. Ma anche ieri, contro Montegranaro, la rivelazione dell'anno, non è riuscita a fermarsi sfoltendo così il corteo delle seconde.
In questo gruppo resta davanti a tutti Caserta che ha vinto un derby difficile contro Avellino, tenendosi sulla stessa carrozza l'Armani che con i tiri liberi di Bulleri ha tolto la luce a Cremona, rimasta presa nel reticolato della retrocessione dopo la vittoria di Ferrara sul campo di Cantù che, dopo tante lodi, ha finito per annegare nel brodo, anche se resta nel gruppo delle seconde insieme alla Virtus Bologna che in questo turno ha definitivamente distrutto la stagione delle speranze di una Benetton che ora è in piena bufera, poco sopra la linea della retrocessione dalla quale si è staccata, finalmente, Pesaro che ha messo però nei guai Biella, altra delusione della stagione.
A dire la verità dietro i campioni, reso omaggio a Caserta, pur con certi vuoti mentali che hanno fermato la sua crescita, considerando Montegranaro la cosa più bella dell'anno, non sapremmo davvero come giudicare le presunte nemiche del Montepaschi, o almeno quelle che hanno quasi lo stesso potere economico. Milano per essere in corsa, pur con 9 sconfitte, spende più di 10 milioni di euro, ma non sembrava ieri, quando ha vinto una volata difficile con Cremona che per esistere se la cava con al massimo due milioni. Non parliamo poi di Roma che anche sabato, perdendo in casa con Varese finalmente libera da angosce, ha dimostrato di essere davvero come quello zucchero filato che i bambini si mangiano al luna park: ogni tanto piace, ma svanisce subito.
Insomma Siena regge l'urto, ha sopportato persino chi sghignazzava per la sua uscita precoce dall'Eurolega, perché in questa civiltà sportiva ci si consola sulle disgrazie altrui per non pagare le tasse dovute all'incompetenza, ma fa davvero fatica a preoccuparsi di avere rivali decenti per i play off a cui si arriverà fra 4 partite di campionato.
Milano e Roma chiedono il giudizio della fede domenica 25 aprile quando si ritroveranno al Forum di Assago, ma per tutte e due non c'è una barca abbastanza veloce per portarle almeno davanti alla baia corallina senese.

Erano state costruite per arrivare in finale, vedremo se ce la potranno fare, cosa che invece non accadrà per la Benetton che contro la Virtus, al Palaverde, è uscita umiliata avendo segnato la miseria di 50 punti, sprecando tutto quello che poteva contro la strategia di Lino Lardo che resta in lizza per avere il premio come allenatore dell'anno, anche se davanti a lui, al momento, ci sono sicuramente Frates (Montegranaro), Sacripanti (Caserta) e Trinchieri (Cantù). L'unico premio senza favoriti perché lo scudetto ha già una padrona dal primo giorno.

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