nostro inviato a Siena
Una traversa di Ibra dai venticinque metri, praticamente da fermo: lui bravo, il resto da mani davanti agli occhi, tutti salvati da Maicon.
L'Inter è questa, prendere o lasciare, la squadra buca in blocco l'ultima dell'anno e la salva il singolo, una volta Ibra, l'altra Maicon, anche se gli errori dell'arbitro De Marco hanno inciso mica male nel risultato finale. Ha fermato due volte gli attaccanti nerazzurri in un fuori gioco inesistente, ha concesso con molta bontà un gol di Maicon dove la confusione era tanta ma sul tacco di Maxwell l'azione era abbastanza chiara. L'Inter porta a casa il titolo di campione d'inverno.
Ma è stata la peggiore che Mourinho ci ha fatto vedere, «una vittoria che non abbiamo meritato», come ammette onestamente il portoghese, «al di là del gol in fuorigioco». Un primo tempo che scivola via con un regalo e nessun tiro in porta, Zanetti che corre dietro al pallone come un bambino, Jimenez fuori da tutto, mai marcato e sempre davanti alla palla, Cordoba in una di quelle serate che prende a calci tutto, anche l'aria. Per fortuna c'è un Cambiasso che continua a non sbagliare neppure un pallone, non supera mai la metà campo, a volte è addirittura in linea con i quattro difensori. Ma non può essere solo colpa di Jimenez se i primi in classifica fanno una pessima figura. L'Inter gioca male, ma il Siena fa la sua superfigura, gioca cortissimo come aveva promesso Giampaolo che non ha voluto modificare la sua squadra solo perché arrivavano Mourinho e i suoi campioni. Niente da fare, quattro dietro, Vergassola a fare gioco, Karja capace di entrare su qualunque pallone, fisico che lo sta reggendo al massimo e poi due punte di movimento, con l'algerino Ghezzal al primo anno di Siena e subito a suo agio. Una bella botta per tutti quegli osannati campioncini che arrivano e gli si dà credito perché si devono ambientare: questo corre, entra, non teme di fare figure squallide e da solo ha tenuto il Siena oltre la metà campo, peraltro senza mai fare niente di eccezionale, solo un modesto e prezioso lavoro in fabbrica. Ma l'uomo che l'Inter si è persa è stato Karja che a un minuto dalla fine del primo tempo si è materializzato in area, ha svegliato solo Maxwell che ha tentato un inutile recupero, e poi in acrobazia ha colpito di testa con Julio Cesar fatto come un copertone.
Per sua fortuna l'Inter era andata in vantaggio su grandissimo regalo del Siena che ha messo nella sua area una dormita collettiva su angolo sbagliato di Mario Balotelli. Palla calciata rasoterra, la buca tutta Siena, in particolare Frick e Karja, irrompe Maicon e palla in rete da un metro scarsissimo. Quasi una beffa per i toscani che avevano calciato in porta subito con Karja dopo trenta secondi e ha continuato a tenere giù la testa e cercare il gol che solo il piede incrociato di Frick gli ha negato, a porta vuota, dopo una marmellata fra Julio Cesar e Samuel su Ghezzal. Era trascorso appena un quarto d'ora dal fischio d'inizio e non sembrava proprio che il ritiro imposto da Josè Mourinho avesse ricevuto i risultati previsti.
L'unico che onestamente resta intoccabile è Ibrahimovic, non per qualche giocata da film, ma per un recupero di trenta metri per riprendere un pallone che peraltro non era stato lui a perdere, e per un paio di gesti che davano la netta impressione di quanto ci tenesse.
Ma qui non è stato facile per nessuno, due soli gol presi in casa e tutti e due su calcio di rigore, uno di Di Vaio e l'altro di Mascara, squadra imbattuta nelle partite interne, e per scoprirne il motivo è sufficiente guardare come Giampaolo l'ha messa in campo e come i suoi si applichino.
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