Benjamin Eze resta sul cavallo senese alla curva di San Martino, quando la Virtus con un tiro da tre di Giovannoni ha clamorosamente raggiunto il pareggio a 3'50" dalla fine. Lui apre le grandi braccia, il nigeriano cresciuto nella contrada Minucci stoppa, oscura il sole della rimonta virtussina, lascia che siano McIntyre e Kaukenas, i grandi matador, a chiudere la porta, costruendo il parziale di 10-0 che decide la prima finale scudetto (81-71). Montepaschi in vantaggio uno a zero, in vantaggio sempre, davanti in quasi tutto perché la sua difesa ha mandato in corto i tiratori di Markovski, anche se sui rimbalzi offensivi la Virtus ha fatto capolavori. Sembrava già tutto scritto sul più 13 nel secondo quarto, sul più 14 alla fine del terzo tempo, ma le Vu Nere hanno dentro qualcosa di speciale, lo hanno dentro da quando hanno deciso di sfidare le montagne arrampicandosi su ogni roccia. Siena davvero bella in certi momenti, ma anche un po gigiona quando ha in mano la partita. Sembrava tutto scritto per bene, con il rientrante McIntyre ad infilzare, con Kaukenas difficile da controllare negli angoli dove andava a nascondersi per poi uscire con la sua spada per fare strage. Stonerook provava a tenere in piedi la casa, ma qualche attacco esagerato, la miglior difesa della Virtus, che ritrovava anche il tiro da tre che nei primi 30 minuti era stato sempre oscurato da mani che salivano verso il cielo, senza la possibilità dinfiltrarsi nel cuore della difesa, come era accaduto con Milano, rimettevano in gioco la partita: unaltra volta a meno quattro come nel terzo tempo, un libero su due di Vukcevic e il tiro da tre di Giovannoni per aprire una partita che anche il più ottimista dei tifosi virtussini dava già per conclusa. Era lattimo fuggente e in quel momento il Montepaschi ha ritrovato il suo passo, larmonia che serviva, sapendo di essere protetta sotto canestro da quel ragazzo nigeriano che ogni tanto diventa triste, ma che col tempo ha fatto passi da gigante.
Ora il riposo non sarà lungo perché domani sera a Casalecchio, altro esaurito come ieri sera al Palasclavo dove hanno messo dentro più di 7500 spettatori, ci sarà gara due, quella che permetterà di capire un po meglio tutto. Markovski voleva vedere la vera faccia di Siena, ci è riuscito, ora vedremo come cercherà di proteggersi contro una squadra che in trasferta ha sempre avuto più consistenza che nella sua caldissima arena.
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