Sigma Tau fa shopping in Usa: 300 milioni di dollari per Enzon

Sigma Tau, una delle maggiori industrie farmaceutiche italiane, si espande negli Stati Uniti con un’acquisizione strategica e di importante valore economico. Ieri ha annunciato l’acquisto da Enzon, società quotata al Nasdaq, del ramo riguardante i farmaci per malattie rare (o «orfane»), per una cifra pari a 300 milioni di dollari (pari a 200 milioni di euro), più 27 milioni (18 milioni di euro) legati al raggiungimento di alcuni obiettivi concordati; saranno riconosciute inoltre delle commissioni a Enzon per i prossimi cinque anni sugli incrementi delle vendite di tali farmaci. Si tratta di una cifra notevole, se paragonata al giro d’affari di Sigma Tau, che lo scorso anno è stato di 613 milioni di euro; l’acquisto è stato finanziato da un pool di banche.
Il gruppo italiano (non quotato), di cui è presidente e azionista Claudio Cavazza, acquista attraverso la consociata Usa quattro specialità di ambito oncologico (con ricavi per circa 150 milioni di dollari all’anno) e uno stabilimento produttivo nell’Indiana, che occupa 300 dipendenti. L’operazione, già sottoscritta, è sottoposta all’approvazione della maggioranza dei soci di Enzon - in base alla legge del Delaware - e delle autorità antitrust. La chiusura definitiva è prevista entro il primo trimestre del 2010.
Esistono nel mondo almeno 6-8mila malattie rare, che crescono ogni giorno grazie ai progressi scientifici. Colpiscono anche poche decine di persone soltanto, spesso bambini, ed è facile intuire che nessuna azienda farmaceutica, in assenza di incentivi, potrebbe sostenere i costi di ricerca e di fabbricazione di farmaci adatti. Solo in Europa esistono 284 società, spesso piccole e piccolissime, che alimentano questo mercato; solo 28 fanno parte di primari gruppi farmaceutici (i top 50 mondiali). Dal 2000 al 2007 i nuovi farmaci per malattie rare autorizzati, sempre in Europa, sono stati 399. Le aziende che si dedicano a questo settore godono di incentivazioni all'innovazione, di facilitazioni nell'iter delle registrazioni, di esclusività di mercato per dieci anni. I prodotti hanno una distribuzione ovviamente mirata - visto il numero di pazienti - e solo ospedaliera. I risultati sono di due tipi, entrambi redditizi: da un lato il ritorno del singolo farmaco, sempre piuttosto costoso; dall’altro la natura relazionale. Nel senso che la società che fabbrica farmaci per malattie orfane, grazie anche al valore sociale della sua missione, ha un accesso privilegiato ai percorsi autorizzativi anche per farmaci non-orfani. Non è inoltre infrequente che dalla ricerca svolta per una malattia rara emerga un ritrovato da utilizzare su larga scala, con un ritorno economico insperato.

Questo settore tanto specialistico è dunque guardato con particolare attenzione; un altro illustre gruppo italiano, Recordati, lo scorso anno vi ha fatto ingresso con l’acquisto di una società francese, la Orphan Europe.
Claudio Cavazza ha sottolineato il «valore strategico» dell’operazione e il fatto che il gruppo Sigma Tau è in grado «di garantire la commercializzazione dei prodotti in tutte le aree geografiche».

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