(...) in extremis dell'Europa, il Comune dovrà inoltre riacquistare dalla Gehe, per 130 milioni di euro, l'80 per cento del complesso delle Farmacie comunali la cui cessione è stata bocciata dalla giustizia italiana. Dal momento, tuttavia, che sembra già esserci un accordo preliminare con l'Associazione dei farmacisti (il cui presidente Gradnik è entrato in Consiglio proprio con la lista Moratti) per un rapido subentro, in questo caso potrà forse essere evitata un'uscita di denaro vera e propria.
Dando per scontato che Letizia Moratti non voglia discostarsi dalla linea Albertini, che - unico tra i grandi sindaci italiani - non ha mai aumentato le imposte ai milanesi, resta il problema del reperimento dei fondi per le grandi opere. Per una parte, e in particolare per il sognato tunnel circolare sotto i bastioni, si ricorrerà senz'altro al project financing, che sotto una nuova amministrazione sicuramente apprezzata dal mondo industriale e finanziario dovrebbe essere facilitato. Altri fondi verranno, ammesso che si imponga davvero, dalla tassa d'ingresso in città per i veicoli dell'hinterland; ma solo un nuovo massiccio ricorso alle privatizzazioni potrà procurare mezzi sufficienti a cambiare davvero il volto della città. Nessuno impedisce alla Moratti di rilanciare fin da subito la vendita di una quota della Sea, che Albertini sperava di realizzare in dirittura d'arrivo ma che ha finito con il restare in carico al Comune per una serie i complicazioni politico-amministrativo-legali. Nonostante la guerra con Alitalia, la Società Gestione Aeroporti ha conseguito in questi anni notevoli successi e - con il costante aumento del traffico - è molto più appetibile di quanto non indichino i risultati della (fallita) asta di aprile.
Molto di più può essere fatto anche per la valorizzazione, e parziale dismissione, dell'ancora notevole patrimonio immobiliare del Comune. Se tutto andrà per il verso giusto, linee metropolitane, nuove strade, Biblioteca europea e quant'altro non dovranno aspettare a lungo.
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