Signora Isabella, l’aspettiamo a Rapallo

(...) Già.
Eppure, per certi versi, questo stesso mondo moderno, quello che democraticamente viaggia, amoreggia e si sposa persino in rete, quello che naviga sulla lunghezza sentimentale del futuro, parrebbe non aver oltrepassato la barriera naturale dei Giovi.
Di fatto, questa ventata sferzante di progredita contemporaneità sessuale sembra essersi bruscamente stoppata, inchiodata, arrestata alle porte secolari di Genova. Dove, almeno in certi ambienti, l'amore tra appartenenti a caste differenti resta un illusorio miraggio all'interno invece di un radicale processo di desertificazione sentimentale cittadino; dove, sulla bilancia dei rapporti, un fantomatico albero genealogico con tanto di lunga catena di parentiserpenti a volte pesa più di un affetto reale, sincero e tangibile.
Nel Jurassik Park genovese dei rapporti di coppia (e non solo), avi ingombranti, blasoni importanti o cognomi altisonanti, come spalancano ancora molteplici porte, così ne lucchettano severamente altrettante: all'ombra mesta della Lanterna, un'avvocatessa di grido che flirta con un barista o un professionista affermato che ama, riamato, una commessa, possono apparire a certi occhi imbalsamati, come puerili distrazioni da correggere ora e da evitare in futuro.
Come per certi aspetti politici, economici e per giunta architettonici, purtroppo, dunque, anche il versante sentimentale a Genova respira un'aria naftalinata e demodé e, come sosterrebbe la mitica Lina Sotis, provincialmente «sa di tinello»: il passato genealogico insomma conta ancora più di un futuro da immaginare, ipotizzare o anche da costruire insieme; anacronisticamente il «da dove si viene» conta molto più del «dove si vuole andare».
Ma quando si sussurra un coraggioso «Ti amo» nell'orecchio di Qualcuno, il passato, remoto e prossimo, non dovrebbe smettere per sempre di contare qualcosa?
Si.
Non dovrebbe anzi essere sepolto e dimenticato sotto una spessa coltre di polvere?
Già.
E non ci si dovrebbero lasciare alle spalle lacci, catene e condizionamenti secolari, per gettarsi impavidi nel nuovo che avanza?
Esatto.


E se poi colei che ci ha suggerito questa romanticheria strappalacrime è pure l'indomita-fonte-di-saggezza-Carrie-Bradshaw di «Sex and the City», allora è chiaro e lampante come a Genova dobbiamo tutti cominciare a dare una passata lucidante di Sidol alle nostre prospettive… giurassiche!

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