Le signore sindaco, modelle per un giorno

Più di 400 prime cittadine dello stivale hanno accettato di posare come vere miss davanti all'obiettivo dei fotografi di Donna Moderna. Ma solo per un giorno. E si sono confidate, come solo le donne sanno fare

Le signore sindaco, modelle per un giorno
Milano - Svolgono una di quelle professioni per le quali il vocabolario non prevede il corrispettivo femminile. Ma al loro essere donna non rinunciano. Sono le 779 donne sindaco d’Italia. E alcune di loro, 402 per la precisione, hanno deciso di scendere per la prima volta in passerella e dimostrare a tutti che anche le politicanti rosa possono vestire gli abiti di modella, almeno per un giorno. Sono proprio le prime cittadine dello stivale a mettersi in posa nello “speciale Moda” del settimanale Donna Moderna: 24, di tutti gli schieramenti politici, sono state immortalate in abiti firmati, mentre altre 378 compaiono solo con il loro volto (GUARDA LE FOTO).

Non solo politica È a tutti gli effetti una provocazione quella lanciata dalla rivista Mondatori, accettata unilateralmente da tutti gli schieramenti politici, da cui provengono le miss sindaco. Lo scopo era dimostrare che le donne sindaco possono essere eleganti, raffinate e, perché no, vanitose anche se ogni giorno sono chiamate ad affrontare problemi tutt’altro che femminili: rifiuti, illuminazione, decoro urbano. Da Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli, a Marta Vincenzi, sindaco di Genova, e a Piera Capitelli, primo cittadino di Pavia.

Le signore sindaco Dalla prima cittadina più anziana d’Italia, Giovanna Ganzi, alla più giovane, Simona Rossotti, tutte hanno cercato di mostrare un lato di sé ignorato dalla maggior parte dei propri concittadini, parlando di donne e di moda. Il sindaco partenopeo si dimentica del fotografo e si lascia andare a confidenze: “Come tutte le persone spartane nel vestire ammiro la moda, mi diverte e mi piace, ma rischio di seguirla solo guardando le riviste dal parrucchiere. Voglio ricordare che Napoli ha una grande tradizione di sartoria, una tradizione da conservare e innovare”.

Iervolino: "In Italia non c'è una vera parità" Per Rosa Russo Iervolino, l’Italia non ha ancora raggiunto una vera “parità dei sessi”: “Le donne della mia generazione erano convinte che per trovare spazio nella politica bastasse far valere le leggi a nostro favore che già esistono nella Costituzione. Invece non basta. Occorre ancora portare l’idea di parità nella cultura e nel costume. Per questo, come sindaco donna di una grande città, sento la responsabilità di non fallire”. Marta Vincenzi invece, sindaco di Genova, rivela: 2Vorrei lanciare l’anniversario del Risorgimento ricordando che Garibaldi vestiva in jeans, e chiamare stilisti a ideare qualcosa di speciale per l’occasione”.

E del governo in rosa dice: “Ho fatto della presenza delle donne nella vita politica e sociale il tema centrale della mia battaglia politica. Ma quando mi sono trovata a governare davvero mi sono chiesta se la differenza di genere non finisca per diventare un concetto astratto e conti di più il carattere, l’idea politica, i valori”.

Stile e diversità Ciascuna con il proprio stile, pur nella diversità di vedute e di schieramento politico, hanno un tratto comune: una maggiore capacità di ascolto rispetto agli uomini e anche una maggiore vicinanza al cittadino e ai suoi bisogni. A unirle una convinzione: le donne hanno una marcia in più dei colleghi maschi. “Ci sono temi verso i quali siamo più sensibili”, sostiene il sindaco di Macra (Cuneo) Teresa Totino; mentre per Maria Rita Busetti (Thiene, provincia di Vicenza), “le donne sono più eclettiche e intuitive”. E secondo Fiorenza Brioni (Mantova), “Sappiamo prenderci il tempo utile per approfondire le cose e sappiamo lavorare in squadra”. Anche Piera Capitelli, sindaco di Pavia (oggi al centro delle polemiche per la sua presa di posizione sui rom), non ha dubbi: “Noi donne siamo più capaci di immedesimarci nei cittadini e nei loro problemi”, così come Laura Materiale, ventisettenne primo cittadino di Castrocielo (Frosinone): “Le donne riescono meglio in politica perchè sono più capaci di gestire i contatti umani”.
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