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Signori del Pd ligure, niente da dichiarare?

(...) dall’Udc Lorenzo Cesa, al siparietto vagante fra «cialtrone» e «ciarlatano», nato a margine della conferenza stampa di Bologna in cui Coffy annunciava il suo trasloco a Genova.
Il dialogo andò pressappoco così, secondo lo stenografico riportato dai media il giorno successivo. I giornalisti gli chiesero: «Sindaco, ci manderà una cartolina da Bruxelles?». E lui, presissimo nei panni di papà: «Non ve la mando neanche da Roma; se andassi a Roma sarei un cialtrone e io non sono un cialtrone perchè Roma è più lontana di Bologna da Genova». Poi, certo, c’è una disputa filologica. Secondo altre fonti, la dizione cofferatiana sarebbe «ciarlatano» e non «cialtrone». Secondo un’ultima corrente semiologica, sarebbero state pronunciate tutte e due.
Ecco, come abbiamo detto e scritto anche altre volte, il problema è che, di fronte a tutto questo, un certo Pd si è ribellato. Penso, in particolare - oltre a quelli che hanno telefonato in redazione - al presidente della provincia di Milano Filippo Penati; al sindaco di Torino Sergio Chiamparino, un riformista vero e forse l’unico leader di livello del Pd; persino alla neovirgulta del web Debora Serracchiani.
Ieri, ad esempio, la presidente del Piemonte Mercedes Bresso, che già aveva dato in passato, si è superata a Radio 24: «Cofferati? Un pensionato di lusso». E ancora: «Trovo stupefacente che rinunci alla candidatura a Bologna per poi accettare un posto che lo obbliga a impegni così importanti; lui cerca un posto relativamente tranquillo, ma sottovaluta che a Bruxelles e a Strasburgo bisogna esserci quattro giorni alla settimana».
Insomma, la governatrice del Piemonte, non è rimasta particolarmente convinta dalle interviste in cui Sergio ha spiegato il suo «sacrificio» per il Pd, nè dal comizio dell’ex leader della Cgil a Moneglia, raccontato su queste colonne domenica dalla nostra Maria Vittoria Cascino, durante il quale Coffy ha spiegato di non essere ancora candidato a nulla, salvo poi dedicarsi «casualmente» a parlare per un’ora abbondante di Europa.


Ma gli altri? Ma i liguri? Ma i nostri dove sono? Dopo il timido tentativo, proprio dalle colonne del Giornale, di spiegare che quella di Cofferati non è una candidatura ligure da parte dei due segretari del Pd ligure e genovese Mario Tullo e Victor Rasetto - che comunque ringraziamo per l’attenzione e per il coraggio di tentare un’impresa davvero disperata - il silenzio.
Cara Marta Vincenzi, caro Claudio Burlando, caro Alessandro Repetto, sicuri di non avere proprio niente da dichiarare sul tema?

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