«Silenzio in classe» Maestra mette lo scotch sulla bocca dei bimbi

«Mamma, oggi la maestra ci ha fatto mettere lo scotch sulla bocca». I bambini raccontano divertiti della strana lezione che si è svolta a scuola. Ma alle madri basta ascoltare poche parole per entrare subito in allarme. Accade a Pregnana milanese, vicino a Rho, in una terza elementare della scuola Rizzoli.
In classe gli alunni scalpitano, chiacchierano, disturbano la spiegazione della supplente, arrivata da pochi giorni. I più irruenti esagerano e l’insegnante, esasperata dal cicaleccio tra i banchi, propone: «Bambini, perché non facciamo il gioco del silenzio?». Prende il nastro adesivo e lo fa passare tra i banchi. Ogni alunno ne stacca un pezzettino e se lo appiccica sulla bocca, tra le risate dei compagni. In quattro e quattr’otto ecco mezza classe incerottata e con la bocca tappata. I più turbolenti se ne stanno zitti e buoni. La maestra ottiene un po’ di silenzio in aula ma in tutto il paese scoppiano le polemiche.
L’episodio è accaduto una decina di giorni fa ma fuori dalla scuola se ne parla ancora. «È una cosa inaudita - insorgono alcuni genitori - I nostri figli sono stati puniti con un metodo barbaro, bisogna prendere provvedimenti». «Ma cosa si aspetta la maestra? - va in trincea una mamma - che dei bambini di otto anni se ne stiano zitti e fermi dietro ai banchi per tutta la mattina? È ovvio che a quell’età siano un po’ vivaci. Un’insegnante però deve saper gestire questa vivacità, con attività ben diverse da un cerotto sulla bocca». I genitori più «sportivi» cercano di smorzare i toni: «È stato solo un gioco, i bambini erano d’accordo e nessuno ha percepito i toni della punizione». La storiaccia è finita nelle chiacchiere di tutti: nei bar, nelle piazze. Ed è arrivata perfino in Consiglio comunale, dove sono arrivate più versioni dello stesso episodio. «Sarà anche stato un gioco - commenta il consigliere Giuseppe Valentino (Pdl) - ma questo non basta di certo a giustificare un atto del genere».
La spinosa lezione è già stata oggetto di un’assemblea tra i genitori con la direttrice della scuola. Lunedì ci sarà un secondo incontro per fare chiarezza su quanto accaduto. Alcune famiglie della terza D annunciano denunce ma finora non è stato preso nessun provvedimento. L’insegnante intanto ha deciso di lasciare l’istituto ed è stata lei stessa a comunicarlo alla direttrice: non se l’è sentita di rimanere ancora a Pregnana ed essere etichettata come «la maestra dello scotch». Era arrivata da un paio di settimane nella scuola Rizzoli per una supplenza ma, dopo il polverone di polemiche, ha preferito mollare il colpo. Le sue colleghe, che preferiscono non commentare la vicenda, l’hanno comunque sentita per telefono e dicono che è serena e non teme conseguenze.
«Non nego ci sia stata un po’ di leggerezza da parte dell’insegnante - commenta la dirigente dell’istituto comprensivo, Graziella Grossi - ma la sua azione è stata fatta sotto forma di gioco e non certo per punire la classe. Non vorrei che questa vicenda venisse eccessivamente strumentalizzata. Non c’è nulla da nascondere e anche con le mamme è stato tutto chiarito».

In sostanza i bambini non hanno percepito la gravità del gesto, per loro si è trattato di un giochino e basta. Nel frattempo in classe è arrivata una nuova supplente e la speranza della direttrice è che si plachino al più presto anche tutte le voci che stanno circolando in paese.

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