Silva e un debutto da ex «Il Diavolo l’ho già fermato»

«Abbiamo rifatto la squadra in poche settimane. Che ricordi di Rivera e Capello, ma una volta al Milan ho pure segnato»

Silva e un debutto da ex «Il Diavolo l’ho già fermato»

Andrea Ferretti

da Ascoli

L’Ascoli è un cantiere. Giocatori che vanno (quelli acquistati per preparare il campionato di B) e che vengono (i rinforzi ingaggiati in fretta per la serie A) nel mini ritiro in cui i bianconeri hanno trascorso le ultime ore che li separano dal match col Milan nel quartier generale di Castel di Lama, a meno di un chilometro dal ritiro fissato da Ancelotti sui Colli del Tronto. Mentre in tutta la provincia è caccia all’ultimo dei 19mila biglietti messi a disposizione per la tifoseria di casa, per un bianconero doc sarà una domenica speciale.
Massimo Silva, allenatore in seconda nell’Ascoli di Marco Giampaolo, si appresta a fare il suo esordio in una panchina della massima serie a 54 anni. Silva è anche un ex, avendo indossato la casacca rossonera nel 1976-77. Giunse alla corte di Marchioro (a metà campionato gli subentrò Nereo Rocco) proprio dall’Ascoli, con cui aveva già giocato in A dopo aver vinto il campionato di B. Era il Milan di Rivera e Albertosi, di Capello e Bigon, di Maldera e del giovane Collovati. La Juve vinse il campionato, il Milan chiuse decimo. Silva, un attaccante, giocò 20 partite segnando 4 gol.
Pavese di nascita ma ascolano di adozione, una buona carriera da calciatore e poi mister in numerose squadre di C2, sta vivendo la vigilia del debutto con trepidazione. «Speriamo di fare una degna figura, sia con il Milan che per il resto della stagione. È un’opportunità che dobbiamo sfruttare fino in fondo e per questo la società sta lavorando per metterci a disposizione nuovi giocatori. Ogni giorno ne arriva qualcuno. Noi tecnici siamo contenti, ma abbiamo difficoltà dovute ai tempi ristretti per costruire la nuova squadra».
Poi un tuffo nel passato. «Che bei ricordi di quel campionato. Sono trascorsi quasi 30 anni e ancora ci penso. Ho avuto la fortuna di giocare con campioni come Rivera e Capello, ma anche di ragazzi che sono poi diventati famosi e vincenti come Collovati». Silva giunse nelle Marche poco più che ventenne. Arrivava dalla Lazio dove l’Inter (società nella quale era cresciuto) l’aveva parcheggiato.
Un’altra curiosità legata. Il primo Ascoli-Milan di serie A (16 marzo 1975) finì 1-1 e il gol dei bianconeri fu proprio di Silva: «Nella ripresa segnò prima Calloni su rigore, poi arrivò il mio pareggio a 10’ dalla fine. Spiovente sul secondo palo, rovesciata e gol, che spettacolo». Sulla panchina rossonera c’era Giagnoni, su quella dell’Ascoli Carletto Mazzone.
L’ultimo precedente nelle Marche è del 1991-92: 0-1 con autogol di Benetti su tiro di Van Basten. Per l’Ascoli fu l’ultima stagione di A, ma anche la prima in Italia di quel Bierhoff che, di lì a qualche anno, avrebbe segnato gol a raffica proprio con la casacca rossonera.

Silva si gode il momento di gloria, ma non vuol fare pronostici: «Scendiamo in campo per ottenere il massimo, l’importante sarà fare una bella figura al cospetto di una squadra di campioni. Ma nel calcio non si sa mai».

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