Cronache

Silvia Salis «Ecco la mia Berlino»

La martellista genovese Silvia Salis torna dai Mondiali di atletica, svoltisi a Berlino, con un bel sorriso a differenza di quanto era successo al suo ritorno dalle Olimpiadi di Pechino. Per la Salis è stato un anno positivo, nel quale i successi non sono mancati incominciando dalla vittoria ottenuta ai Giochi del Mediterraneo fino alla medaglia conquistata agli Europei Invernali. Risultati che le hanno permesso di accedere ai Mondiali a Berlino, dove però la genovese non è riuscita a qualificarsi per la fase finale della competizione. Quest'anno il livello delle partecipanti era molto elevato così come la misura di lancio richiesta per accedere alle finali. «La prima volta nella storia del lancio del martello - spiega Silvia - che viene richiesta una misura di lancio superiore ai 70 metri. In altre competizioni, con la mia distanza di 68,55 metri, sarei entrata agevolmente in finale. Comunque anche se non mi sono qualificata sono contenta di aver avuto l'opportunità di gareggiare insieme alle atlete più forti del mondo quali la martellista polacca Anita Wlodarczyk che ha stabilito il nuovo record mondiale di 77,96 metri».
Silvia, rientrata da poche ore a Genova racconta la sua esperienza tedesca al Giornale e anticipa i suoi programmi futuri.
Dopo la delusione delle Olimpiadi come stati questi Mondiali di Berlino?
«Le Olimpiadi non mi hanno dato grandi soddisfazioni, anche se la gioia di potervi partecipare era già appagante, ritengo che l'esperienza di Pechino abbia contribuito a favorire la mia maturazione e la presa di coscienza delle mie possibilità. Quest'anno è stata una stagione gratificante e per questo ho affrontato i Mondiali psicologicamente più forte. Per mia sfortuna il livello della competizione era molto elevato e conseguentemente non sono riuscita a rientrare nelle prime dodici che avevano accesso alla fase finale».
Come è stato il tuo soggiorno a Berlino?
«Una città molto interessante, soprattutto dal punto di vista storico. Poche le note negative tra cui il caldo torrido, che rendeva difficoltoso l'allenamento, e la inflessibile precisione teutonica che poco si adatta alla nostra mentalità. Un esempio? Bastava arrivare pochi secondi dopo l'orario di partenza del pullman che ci si ritrovava a cercare un mezzo alternativo per recarsi allo stadio».
Dalla tua indiscussa femminilità alla presunta mascolinità dell'atleta Semenya, oro negli 800. Da atleta come hai vissuto questa polemica?
«Ho sentito numerose discussioni riguardo il suo aspetto fisico e l'enorme distacco inflitto alle avversarie. Penso che sia stato eccessivo l'eco sollevato dai media, ha pur sempre solo diciotto anni e certe critiche, se non fondate, potrebbero segnarla psicologicamente».
Quali sono i tuoi prossimi programmi?
«Nell'immediato intendo riposarmi. Andrò in vacanza in un posto caldo, probabilmente con i miei compagni della nazionale.

Ad ottobre riprenderò gli allenamenti in vista del mio prossimo appuntamento con gli Europei di Barcellona, previsti per agosto 2010».

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