da Roma
Inizia con un lungo silenzio soddisfatto il corteggiamento di Silvio Berlusconi alla platea delle «Donne per lItalia» riunite al Palazzo dei Congressi dellEur. Con la sala gremita che lo accoglie al grido di «Sil-vio-Sil-vio» e lui che in piedi sul palco se la gode sorridendo. «Mi sembra chiaro - interrompe lapplauso ritmato lex premier - che esiste una certa simpatia tra voi e me... ». Insomma, «possiamo chiuderla qui».
E invece no. Daltra parte, che uno come Berlusconi possa perdere unoccasione tanto ghiotta per sfoderare la sua proverbiale galanteria è impensabile. Così, il tempo di unaltro sorriso e di un saluto «a Mara e Barbara» (Carfagna e Saltamartini, artefici della manifestazione), e via con il latinismo che introduce il suo lungo «elogio alle donne». Il cui termine «deriva dal latino domina, cioè padrona». Conclusione: «Voi siete le nostre padrone e noi sappiamo essere dei sudditi consenzienti». E quando in sala si coglie più dun sorriso divertito, il Cavaliere lo stoppa subito: «Vi assicuro che a me in privato succede così, se volete posso raccontarvi qualche episodio... ».
Lelogio va avanti e si fa più serio. Per galanteria, certo, ma pure perché Berlusconi sa bene quanto sia importante la platea femminile che, stando agli ultimi sondaggi, rappresenta la fetta più consistente degli indecisi. Per dirla con le parole di Gianfranco Fini, «tra gli italiani che guardano senza interesse al teatrino della politica cè unalta percentuale di donne e di casalinghe». Così, il Cavaliere ribadisce che il governo sarà composto da «sessanta persone tra ministri, viceministri e sottosegretari». E «a sedere al tavolo del Consiglio dei ministri ci saranno quattro donne». Daltra parte, ricorda citando Letizia Moratti che nel 94 diventò presidente della Rai, «da sempre abbiamo dato alle donne possibilità che la sinistra non gli ha mai dato». Perché «vi riconosciamo una particolare intelligenza capace di arriva al centro di un problema per istinto e per talento, quando invece noi uomini ci dobbiamo arrivare attraverso una serie di macchinosità». Insomma, «siete più brave nello studio, in ufficio, nel Parlamento, nella vita». E per questo «contiamo sul vostro apporto di concretezza, per dare soluzioni vere ai problemi che ci aspettano».
Poi, via con «il compito che, da domina, mi ha dato Mara Carfagna chiedendomi un intervento didattico». Che resta tale solo nella descrizione di quelle che il Cavaliere definisce «le due missioni». Primo, «spiegare come vengono assegnati i seggi». Secondo, «insistere sullimportanza dei difensori del voto che dovranno presidiare i seggi fino allo spoglio dellultima scheda perché laltra volta siamo stati dei dilettanti». Berlusconi, dunque, ribadisce la linea del «voto utile» e torna a sulla necessità di non «regalare consensi a Veltroni votando per partiti minori che al Senato non hanno possibilità alcuna di raggiungere lo sbarramento dell8%». Anche Camillo Ruini, spiega in unintervista al gruppo Class, «essendo persona di estrema competenza, intelligenza e ragionevolezza» sa «che i voti dati ad altri partiti del centrodestra che non siano il Pdl sono voti utili al centrosinistra». Ogni riferimento allUdc è puramente casuale. Anche perché, aggiunge davanti alla platea del Palazzo dei congressi, proprio a Palazzo Madama «cè il pericolo di un accordo tra Veltroni e la Sinistra Arcobaleno» ai danni del Pdl. Unintesa che nei ragionamenti del Cavaliere ci potrebbe essere prima del voto (veicolando dei voti del Pd alla sinistra radicale nelle regioni già vinte ma dove Bertinotti rischia di non superare l8%), ma anche dopo perché «nei corridoi della politica si dice che cè già un patto tra Veltroni e i signori della sinistra per tornare insieme dopo le elezioni». Anche per questo, «nonostante gli ultimi sondaggi ci diano in vantaggio dell8,6% sul centrosinistra» non bisogna «abbassare la guardia».
Ce nè anche per Veltroni e per «la sua mission impossible»: dimostrare che «non è mai stato comunista», che «non ha mai ricoperto tutte le cariche di prestigio nel Pci» e che «non è stato vicepremier di Prodi nel 96». E ancora: «Lui si è presentato agli italiani e ha detto: Io vengo da Marte». Insomma, «è caduto nel pieno ridicolo», lui che «a 53 anni è già un pensionato della politica del Parlamento».
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