Politica

Silvio ha la scarlattina, sinistra in coma

Senza Marrazzo e Bersani, i giornali di ieri avrebbero «romanzato» perfino il virus che ha colpito il premier in Russia L’ultimo gossip medico: Fini è rosso per il morbillo e Tremonti ha le braccine corte da varicella. Il Pd? Sta ancora peggio

Il governo ha la scarlattina, la sinistra ha il colera. Questo in sintesi lo stato di salute della politica in Italia. Il governo ha malattie esantematiche, anche curiose e preoccupanti, se trascurate; ma la sinistra ha malattie gravi, che la costringono a chiudersi in bagno e la riducono in uno stato pietoso.
Dobbiamo essere grati a Marrazzo e a Bersani se ieri i giornali non hanno aperto le loro prime pagine seminando dubbi erotici sulla scarlattina di Silvio Berlusconi, reduce dalla Russia e colpito da una malattia infantile, tipica dell’età scolare. Avrebbero subito scartato l’ipotesi più naturale, che l’abbia presa da un nipotino, da un colpo di tosse altrui, considerando lo stress di un viaggio in Russia. E avrebbero cercato di costruire subito il teorema, fondandolo sul ritardo di un giorno del suo rientro in Italia, favoleggiando sull’attrazione per le minorenni in età scolare o sul dubbio che si tratti di un’altra brutta malattia contratta in rapporti sessuali e dissimulata sotto le candide vesti della scarlattina.
Contrassi anch’io da bambino la scarlattina tramite posta, ed era la prima lettera d’amore che ricevevo (non ne ho avute poi molte altre) da una mia coetanea, Antonella, a letto con la scarlattina. Non feci in tempo a chiedere cosa fosse questa malattia che me la beccai pure io, per corrispondenza, a 400 chilometri di distanza: dell’amore pedofilo - però avevamo entrambi sei anni - pagai il prezzo senza godere il frutto (da allora pensai che la Lettera scarlatta di Hawthorne fosse una storia di questo tipo).
Basta infatti un colpo di tosse per contrarre la scarlattina, dice il medico di famiglia, perché è assai contagiosa. Ma la dietrologia mediatica del nostro paese alle prese con l’orco Berlusconi avrebbe preferito puntare sulla saliva e il contatto orale; si sarebbe sbizzarrita sguinzagliando fotografi e videoamatori. Avrebbero commissionato a medici inquietanti referti e avrebbero descritto Berlusconi come un appestato, punteggiato di rosso, con la lingua bianca e l’inguine a placche scarlatte, magari ricattato dai titolari di scarlattina o da coloro che ne fanno le veci. Di Pietro avrebbe consegnato ai giudici un esemplare di streptococcus pyogenes come prova dell’attività criminosa di Berlusconi davanti alle scuole russe.
Per fortuna, invece, la difficile transizione, e sottolineo trans, ha inchiodato la sinistra al caso Marrazzo e all’elezione di Bersani, di cui già dicemmo annunciando la sua probabile vittoria. In queste condizioni ci voleva una faccia come il lato b per arrampicarsi in altre dieci domande mediche dopo quello che è successo al governatore italo-brasiliano del Lazio.
Temo però che altre malattie abbiano colpito la maggioranza in carica. Tremonti ha una strana varicella che gli ha fatto le braccine corte, e gli altri ministri inveiscono contro la sua avarizia nella spesa pubblica; a stento lo curano Bossi e Calderoli. Fini ha da tempo contratto uno strano morbillo istituzionale, ereditato dai predecessori, che lo dipinge a chiazze sempre più rosse. Maroni ha una specie di itterizia politica al solo contatto con il Tesoro, che colora il suo volto e persino i suoi occhi di un verdognolo particolare. Miccichè ha contratto la scabbia, una malattia terrona, che lo spinge a barricarsi al sud e a vedere batteri leghisti dappertutto; Brunetta ha una tipica febbre di crescenza, come si dice da noi dei bambini in via di sviluppo, e via dicendo. Si parla di supplenze, di Draghi, di Marcegaglia...
Ma il lato curioso della vicenda è che dopo aver accusato Berlusconi di essere il padre padrone, il sovrano assoluto, il tiranno perfino, adesso lo accusano di subire in realtà i comandi e i capricci di Tremonti, di essere commissariato da lui e di essere ostaggio della Lega. Così lo zar, l’autocrate, l’egoarca, come lo chiama la Repubblica fondata da Egoarca I, al secolo Eugenio Scalfari, sarebbe in realtà un minore, sotto tutela di Bossi e Tremonti. Rispetto a loro Silvio è descritto come un bambino al cospetto dei genitori, non a caso la scarlattina...
Curioso questo paese e davvero infantile nel suo livello di accuse e ripicche: l’unico segno adulto che lo attraversa è la passione sessuale che è oggi la causa principale delle crisi politiche. A tale proposito vedrei il lato buono di questa ondata di scandali sessuali: in un paese stagnante, dove non c’è circolazione delle élite e delle cariche, dove tutto tende a perpetuarsi all’infinito, l’unica garanzia di selezione e ricambio della classe dirigente è fornita dalle intemperanze sessuali. Chi viene beccato salta e si crea il ricambio... Nei prossimi statuti dei partiti qualcuno chiederà di introdurre a scopo di prevenzione e profilassi l’obbligo di masturbazione quotidiana per tutte le cariche elettive? Avremmo così una classe politica meno ricattabile e meno collusa, perché le pratiche onaniste non richiedono complici, testimoni, tangenti e nemmeno auto blu.
Ma tornando alla realtà, ho l’impressione che il brutto momento del nostro governo dipenda da un fattore non politico ma psicologico. Tante personalità si sentono frustrate e costrette dall’altrui egemonia. Tremonti si sente stretto rispetto a Berlusconi, i Ministri rispetto a Tremonti, Fini rispetto a Bossi e a Berlusconi stesso... Comprensibile ma se hanno un po’ di buon senso devono capire che sono lì soprattutto grazie a colui che non sopportano più: Berlusconi, Tremonti, Bossi, e via scendendo. Se spezzano la filiera, se pretendono di uscire dalla matrioska, si rompe il giocattolo. E poi, persino una sinistra appestata, divisa tra collera e colera, potrebbe rialzare la testa..

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