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Simest, il partner per le aziende che scommettono sull’estero

Da 20 anni affianca le imprese italiane nei Paesi extraeuropei e, dal 2010, anche in Europa e in Italia. È Simest, la merchant bank pubblico-privata presieduta da Giancarlo Lanna e guidata da Massimo D'Aiuto, amministratore delegato e direttore generale. La società è partecipata a maggioranza dal ministero dello Sviluppo economico e dal 1991 ha sostenuto lo sviluppo all'estero di oltre 6.000 imprese italiane. Certamente rispetto a 20 anni fa gli scenari internazionali sono profondamente cambiati e per questo, nel corso del tempoì, Simest ha saputo modificare e adattare i propri strumenti alle mutate esigenze delle imprese, per fornire loro un supporto sempre valido e attuale. E questo sostegno è importante soprattutto per le Pmi, che rappresentano la maggioranza del tessuto produttivo italiano. Grazie alla loro propensione all'internazionalizzazione, ma allo stesso tempo al loro profondo legame con il territorio in cui operano, sono riuscite a far fronte alla crisi iniziata nel 2008. Grazie al presidio dei mercati esteri le imprese italiane crescono e si rafforzano anche in Italia. E spesso questa è stata la «ricetta» per la loro sopravvivenza. Ma l'internazionalizzazione va di pari passo con l'innovazione, perché solo investendo in ricerca e migliorando il livello tecnologico e competitivo l'azienda può crescere e svilupparsi, all'estero come in Italia. Per questo motivo, a partire dallo scorso anno, Simest ha avuto il «disco verde» per operare anche in Italia e in Europa. Questa nuova attività riguarda lo sviluppo di aziende italiane o loro controllate che realizzano investimenti produttivi e di innovazione tecnologica nell'Ue. Simest può quindi acquisire a condizioni di mercato partecipazioni di minoranza e, in pochi mesi, sono già state deliberate sette iniziative, per un impegno della società di 38 milioni, progetti che hanno attivato investimenti, tra Europa e Italia, per 300 milioni di euro.
«La crescita degli scambi internazionali - dice Massimo D'Aiuto, ad e direttore generale di Simest - sarà trainata soprattutto dalle economie di più recente sviluppo, tra le quali Cina, India, ma anche i Paesi dell'America Latina, quali il Brasile, in primo luogo, e Cile, Perù e Messico. Anche il Nord America va tenuto in considerazione. Si prevede, infatti, che abbia una crescita superiore alla media, e proprio negli Usa le imprese italiane hanno già colto delle interessanti opportunità, non solo per quanto riguarda investimenti “green field”, ma anche per acquisizioni». In 20 anni, Simest ha approvato 1.147 progetti di partecipazione in società in oltre 90 Paesi, pari a 24 miliardi di investimenti all'estero. Per i finanziamenti alle imprese, dal ’99 i progetti deliberati sono oltre 5.000 per 47 miliardi di finanziamenti.

«Le imprese italiane - conclude il presidente Giancarlo Lanna - hanno dovuto “rivedere”, almeno in parte, le politiche di internazionalizzazione in seguito agli eventi che hanno sconvolto il Nord Africa, area che, grazie alla vicinanza con l'Italia, ha suscitato sempre un notevole interesse. Ci vorrà infatti del tempo perché torni a essere “appetibile”, come era prima, e ritrovi quella stabilità politica che può garantire lo svolgimento di una normale attività economica».

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