
Afferma Gregory Kissling, CEO di Breguet: "Ciò che mi affascina prima di tutto è l'essenza stessa di ciò che rende la collezione Tradition così singolare: questa prospettiva immersiva nel cuore del movimento, che offre una lettura diretta della complessità e della raffinatezza che Breguet infonde in ogni suo segnatempo. Ciò permette quasi di mettersi nei panni dell'orologiaio, dato che riproduce fedelmente la vista che egli ha durante l'assemblaggio di un orologio. Per me, è proprio qui che risiede il DNA di Breguet: un'identità visiva forte, subito riconoscibile, che afferma il suo carattere anche a distanza". Ed è proprio così, perché la linea Tradition, lanciata nel 2005, con la referenza 7027, costituiva l'esaltazione dell'architettura del movimento, fronte quadrante, in cui tutti i principali elementi del meccanismo, erano visibili ed operativi in una logica simmetrica ed identificativa, studiata dal fondatore più di 200 anni prima. Bastava, infatti, osservare i movimenti dei celebri orologi à tact (emblematica la ref. 960 del 1802), per assaporare l'affascinante similitudine del grande bariletto centrale, del bilanciere e delle ruote intermedie del treno del tempo, a formare un arco di cerchio, per non parlare dei singoli ponti a scalino, fissati alla platina da una vite azzurrata e concludere con il sistema di protezione antiurto parachute, proposto da Breguet nel 1806. Per ottimizzare un simile spettacolo, il quadrante è decentrato, a rendere questi modelli immediatamente riconoscibili. Non fa eccezione il recente Tradition Seconde Rétrograde 7035, omaggio ai 250 anni della Maison, da 38 mm, per la prima volta in oro Breguet, una lega esclusiva che combina oro puro, argento, rame e palladio, a definire la carrure cannelé, la lunetta bombata, le anse rettilinee saldate e il fondello integrato da vetro zaffiro; la medesima lega ha rivestito la platina grené ed i ponti satinati a contrasto. Ulteriore prima per questa linea è il guillochage del quadrante decentrato al 12, denominato Quai de l'Horloge (sede storica della Casa a Parigi, riproduce le linee dei bracci della Senna visti dal cielo), smaltato Grand Feu traslucido nella tonalità blu Breguet ripresa sulla sfera e sulla scala dei secondi retrogradi al 10 e sulle viti di fissaggio di ponti e platina e completato da numeri arabi Breguet applicati (al 4, il numero seriale della serie limitata a 250 pezzi) e da minuteria a forma di giglio, dal colore argenté. La celebrazione del Maestro, nel meccanismo automatico di manifattura, calibro 505SR 21.600 alternanze/ora, bilanciere a regolazione inerziale, spirale blu Breguet Nivachron, autonomia di 50 ore prosegue con la massa oscillante a mezzaluna in platino, marchio di fabbrica del Maestro di Neuchâtel. Sottolinea Emmanuel Breguet, Vicepresidente e Responsabile del Patrimonio della Maison: "Breguet introdusse il platino all'inizio della sua carriera, tra il 1775 e il 1780, nei suoi primi orologi automatici, noti come Perpetuelles, specificamente per la massa oscillante, fissata lateralmente.
Lo fece a motivo della pesantezza di questo metallo, per rendere efficiente il sistema automatico, attraverso i movimenti naturali del corpo, senza bisogno di scuotere l'orologio stesso". Ulteriore, geniale intuizione di un orologiaio unico.