«Simona e i miei figli mi rivogliono in mutande»

Caro Bettarini, allora ha deciso di tornare a dare calci al pallone?
«Piano, freni per favore. Io sono una persona seria: se mi fanno una proposta, la prendo in considerazione. E prima di dire sì oppure no, devo prendermi il tempo per valutare e riflettere».
E di quanto tempo ha bisogno?
«Almeno una settimana, via mi sembra un tempo ragionevole».
Non è che vuole lasciare l’annuncio alla trasmissione Rai «Quelli che il calcio...»?
«Se è per questo, il presidente del Gallipoli, D’Odorico, mi aveva chiesto di firmare subito il contratto, in diretta durante la trasmissione. Se decido, vado».
Ha letto la battuta di Giannini? Ha detto: «Sono liberi anche Vialli e Altobelli»...
«Guardi che considero un onore finire sullo stesso scalino di Vialli e Altobelli. Il problema non è mio, è suo se il presidente non lo tiene informato sui movimenti della società».
Ma sarebbe pronto per rientrare?
«Certo e non lo dico per presunzione. Per giocare in serie B, mi basterebbero un mese e mezzo di allenamenti intensi. Sono integro, fisicamente: mai avuto un infortunio serio, legamenti, ginocchio, solo qualche acciacco muscolare. Una volta, con problemi ai tendini, andai a Milanello a Meersseman a farmi curare: voleva mettermi un “bite” ai denti. La proposta viene da un club che gioca in B e che ha bisogno di un po’ di pubblicità per la sua spiaggia: ci può stare».
Qual è stata l’ultima partita?
«Spareggio tra Parma e Bologna per evitare la serie B, estate del 2005. Purtroppo».
Perché purtroppo?
«Perché ho giocato nel Bologna e sono rimasto affezionato a quel club».
Cosa ne dice Simona Ventura, sua ex moglie e partner in tv?
«Fosse stato per lei, mi diceva di non smettere mai. Mi ripeteva: per la tv c’è sempre tempo. E comunque il Gallipoli mi lascerebbe libero la domenica per tornare a Milano e fare la trasmissione. Nessun problema, da questo punto di vista».
E i figli cosa dicono?
«Sarebbero felicissimi. Forse non valutano un altro aspetto della questione. E cioè che Gallipoli è lontana, dovrei trasferirmi laggiù e avrei meno tempo per loro».
Ma non aveva dato un addio amaro al calcio italiano?
«Certo. La mia delusione derivava dall’esito di quel giudizio sul mio conto, 5 mesi di squalifica per omessa denuncia. Non avevo denunciato un collega che mi aveva fatto un ragionamento che si sente fare ovunque, a fine campionato. Mi presero di mira perché ero Bettarini e in particolare perché ero il marito di Simona Ventura».


Chi le è rimasto nel cuore?
«Il carissimo Giovanni Trapattoni, il ct che mi portò in azzurro regalandomi la pagina più bella della mia carriera».
Ma è vero che giocherebbe da centrale?
«E che sono Paolo Maldini, io?».

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