La sindaca cala il sipario sui vertici del Carlo Felice

La governance del Carlo Felice e il ruolo del teatro sono questioni aperte che il sindaco di Genova Marta Vincenzi si propone di affrontare nel segno del «rigore e della rivoluzione». E se il rilancio del teatro «metafora della città» può avvenire «solo attraverso il coinvolgimento dei lavoratori» e quindi con la concertazione, importante è che il consiglio d’amministrazione «non prenda solo atto delle cose decise dal Soprintendente ma ne discuta». Sono vari gli aspetti da riordinare nella vicenda del Carlo Felice secondo il sindaco, a partire «dalle patologie che si sono accumulate nelle relazioni industriali».
Per il bilancio del teatro sarà necessario agire nel segno del «rigore» ed entro il 15 novembre il sindaco convocherà il prossimo consiglio di amministrazione per presentare alcune proposte sulla riorganizzazione delle deleghe e quindi mettere mano alla governance. «Non è mia intenzione mettere la prua contro il Soprintendente», ha detto, ma tra le questioni sul tavolo c’è soprattutto quella di tracciare una rotta nel 2008 per avere un futuro e l’inserimento di un nuovo direttore artistico, valutandone il rapporto tra il soprintendente ed il direttore principale Oren. Tra le altre questioni anche la stabilizzazione del precariato, la riorganizzazione e la valorizzazione del personale. Il «teatro è una metafora della città in questo momento - ha osservato il sindaco - sarà una commedia o una tragedia a seconda del finale che scriveremo».

«Gli ingredienti ci sono tutti: una città che a suo tempo si era pensata come teatro grande e forte, forse più grande e forte di quello che sia mai stata ed una progressiva decadenza accompagnata da alcune potenzialità di rilancio», ha proseguito Vincenzi.

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