da Roma
A Capri e Ischia la tassa di soggiorno «non passerà», parola di sindaci e assessori. «Siamo contrari a questa tassa, e se ci sarà consentito non lapplicheremo», dice il sindaco di Lacco Ameno, Domenico De Siano. «Perchè dovremmo penalizzare chi soggiorna in albergo - aggiunge lassessore al Turismo di Capri, Salvatore Ciuccio - e invece non cè alcun onere per il pendolare»? Positano e Ravello, invece, dicono sì. «Con i proventi della tassa, offriremo servizi ai turisti», spiega il sindaco di Positano, Domenico Marrone.
Daccordo con il balzello, il sindaco di Roma Walter Veltroni: «Bisognava trovare un equilibrio tra i problemi delle città, che devono reggere il livello dei servizi, e lesigenza di non penalizzare il settore turistico: lequilibrio è stato trovato, ed è positivo», afferma. «Bari non ha alcun interesse ad applicare limposta», ribatte il sindaco del capoluogo pugliese, Michele Emiliano. Contrario Roberto Formigoni, presidente della Lombardia: «Le conseguenze non saranno positive».
Se la tassa di soggiorno divide le città, come le isole e i comuni della Costiera amalfitana, le associazioni del settore turistico sono invece granitiche nel loro «no» al nuovo balzello. «Per le imprese del settore è una zavorra in più, spero che ci sia un ripensamento», dice il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli. Mentre il presidente della Federalberghi-Confturismo Barnabò Bocca afferma che «lintroduzione della tassa di soggiorno decisa dalla Camera è un atto di puro autolesionismo per leconomia del Paese. Così - spiega - si spinge lItalia fuori mercato, perdendo migliaia di visitatori in quegli stessi Comuni che, con la tassa, pensano di arricchirsi». Secondo Bocca, già in base alle anticipazioni sul nuovo balzello, molti tour operator avrebbero deciso di penalizzare il nostro Paese nei loro cataloghi di viaggi. «Limposta rappresenta una bella soddisfazione per tutti gli imprenditori che hanno puntato sul turismo - dice il presidente di Confindustria Assotravel Andrea Giannetti -: adesso, oltre allIva sul turismo più elevata rispetto ai nostri competitori (10% contro il %,5% il Francia e il 7% in Spagna), abbiamo una nuova tassa che ci pone fuori mercato».
Emergono poi problemi applicativi di non poco conto. Chi pagherà la nuova tassa sui soggiorni «pre-venduti» dai nostri alberghi ai tour operator? «I contratti sono stati già conclusi da tempo», ricorda Giannetti.
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