Il sindaco Cacciari lascia la cattedra Studenti delusi: «Ci sentiamo traditi»

Dopo aver diretto la facoltà di Filosofia per 3 anni, l’esponente della Margherita passa il testimone a Galli della Loggia

Il sindaco Cacciari lascia la cattedra Studenti delusi: «Ci sentiamo traditi»
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da Milano
Nome (e programma) del successore servono solo a limitare la delusione. Perché gli studenti di filosofia del San Raffaele, l’università milanese fondata (come l’omonimo ospedale) da don Luigi Verzè, non avrebbero mai voluto vedere il loro preside ridiventare sindaco di Venezia. Massimo Cacciari ha «disegnato» e diretto la facoltà per tre anni. Poi la scelta improvvisa di correre alle comunali contro Casson. E la vittoria. Al suo posto don Verzè ha chiamato Ernesto Galli della Loggia. E ieri nella sede della facoltà - una villa storica a Cesano Maderno, cittadina a nord di Milano - è avvenuto il passaggio di consegne tra i due. Con qualche mugugno.
«Ci aveva detto che non si sarebbe candidato e l’ha fatto spiegando che sicuramente avrebbe perso. Poi l’abbiamo visto chiedere i voti: non è stato bello», raccontano due studentesse sedute in ultima fila. Cacciari continuerà a insegnare al San Raffaele. «L’ho visto raccogliere i libri per portarli via - dice don Verzè agli studenti-. No!, gli ho detto, devi restare qui». Raccontano che il sacerdote, informato da Cacciari della candidatura, abbia reagito in modo non proprio pacato. Le sue, ieri, sono state parole affettuose. «Con Galli della Loggia (il suo nome mi è sceso dal cielo mentre pregavo) formeranno un unum».
Resta la delusione dei ragazzi (qui studia anche la figlia di Silvio Berlusconi, Barbara). «La nostra facoltà...», esordisce Cacciari. «Sì, la nostra...» borbottano le due amiche. «Massimo è stato molto amato e rimpianto, posso solo emularlo», dice Galli della Loggia, mettendo (senza volerlo) il dito nella piaga. Lo storico parla di «continuità», «di impostazione che verrà conservata», «di nuovi insegnamenti di storia». «Gli esami - aggiunge - sono troppi, vanno ridotti». L’aula applaude. «Ci fa piacere: sono cose che chiediamo da tempo», spiega al microfono il rappresentante degli studenti. «Comincio a essere un po’ geloso», dice Cacciari. «E anche questo ci fa molto piacere», aggiunge lo studente, tra il battimani dei ragazzi. Non è finita. «Speriamo si faccia quanto discusso con lei in questi tre anni», rincara la dose un altro ragazzo.
Don Verzè ha il tempo di annunciare la sua nuova idea (una facoltà di Teologia): «Vogliamo farci sentire a Milano e a Venezia, Massimo ci inviterà tutti alla Fenice», dice. «Era solo una battuta...

- commenta Cacciari camminando svelto verso la stazione -. Gli studenti si sentono traditi? Non è vero, sono già tornato dopo il voto, terrò un corso, c’è un programma di conferenze a Milano». Squilla il telefonino. Venezia chiama.

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