«Scuola islamica? Sì, non vedo quale sia il problema. Non capisco perché non ci possa anche essere un istituto islamico visto che si sono pure quelli cattolici e inglesi, ebrei e americani». Laspirante sindaco del centrosinistra Bruno Ferrante preannuncia la sua posizione sul tema, se conquistasse Palazzo Marino. Dichiarazione che suona beffarda poiché pronunciata da chi, quando era prefetto, non simpegno a far chiudere la scuola islamica di via Quaranta dove lillegalità regnava sovrana. Posizione dellex inquilino della prefettura che non può non sorprendere: «Una scuola islamica può essere solo autorizzata dal ministero dellIstruzione, se rispettosa e dentro le regole imposte dalla legge» replica Tiziana Maiolo, assessore comunale ai Servizi sociali, che ricorda latteggiamento dellex rappresentante dello Stato su via Quaranta «dove intervenne solo dopo laut aut imposto dal ministro Letizia Moratti».
E mentre Ferrante travestito da sindaco si dice pronto «a offrire uno stabile», si annunciano polemiche contro il candidato dellUnione che preferisce ignorare cosera quella scuola di via Quaranta, un centro di indottrinamento ideologico nel cuore di Milano e dellItalia.«Da sindaco dirò sì alla scuola islamica»
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