Il sindaco pd candida un teppista ma dà degli impresentabili ai rivali

Quando, nell’ultima puntata di Annozero, il pm-sindaco di Bari Michele Emiliano parlò di candidati impresentabili nelle liste del Pdl, si dimenticò - molto poco sportivamente - di citare un caso a lui noto e caro. Quello del capo ultrà candidato al suo fianco. Il leader della curva nord biancorossa, Alberto Savarese, detto «il Parigino», già accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, detenzione di armi, Emiliano lo volle con sé alle elezioni comunali del giugno scorso, nel senso che l’hooligan pugliese venne candidato con la lista civica «Moderati per Emiliano» che giust’appunto sosteneva il primo cittadino. La candidatura è stata cercata e giustificata dallo stesso Emiliano che - parole sue - voleva dare una seconda opportunità a Savarese visto che la prima, di opportunità, il «parigino» l’aveva sprecata proprio con Emiliano che nel 2001 (da pm) lo arrestò con altri 65 presunti affiliati al clan mafioso dei Diomede-Mercante in un’inchiesta sulla gestione delle attività commerciali attorno allo stadio San Nicola. L’indimenticabile candidatura dell’ultrà (prese un centinaio di voti) Emiliano non se l’è ricordata in tv. E si è pure scordato delle straordinarie motivazioni sciorinate al momento di metterlo in lista: «Nell'epoca in cui tutti accettavano che lo stadio di Bari fosse gestito prima dal clan Diomede e poi dal clan Strisciuglio, Savarese era colui che la città aveva delegato per negoziare la cogestione dello stadio (...). Lui subisce le estorsioni dei clan sui parcheggi e sui bar interni allo stadio e finisce col tempo, come sempre accade quando lo Stato è assente, per simpatizzare con i suoi estorsori e per partecipare all’attività criminosa». Colpa dello Stato, evidentemente, anche nel 2006 quando il «parigino» patteggia una condanna a sei mesi per violenza negli stadi. Colpa dello Stato pure nel 2008 quando il futuro candidato di Emiliano minaccia l’assalto a una mostra allestita dal Comune perché vi era esposta una foto della curva Nord sbagliata, quella del Lecce. Di Savarese s’è parlato anche in relazione a una sparatoria avvenuta davanti a un pub di Bari, nella quale rimase ferito Michele Gravina, alias «la merda». Ma il passato è passato: «Ora che Savarese chiede di partecipare alle elezioni e di sostenere colui che lo ha arrestato - urla il sindaco - lo criticate? Proprio ora che per la prima volta ammette di voler cambiare?».

Oltre agli increduli concittadini del sindaco chissà cosa avrà pensato Nichi Vendola che nell’aprile del 2004 sottoscrisse un’interrogazione di fuoco per stigmatizzare l’ospitalità offerta a Savarese dal liceo Flacco di Bari per discutere di violenza negli stadi. Questa è la storia del candidato Pd, a imperitura «memoria» di chi se l’è dimenticata.(ha collaborato Luca Rocca)

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