Pescara - Il sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, segretario regionale del Pd abruzzese, ha ricevuto informazioni di garanzia in cui si ipotizzano i reati di corruzione, concussione, truffa aggravata e falso ideologico nell’ambito di due inchieste diverse. Agenti della polizia giudiziaria - secondo quanto si è appreso - hanno perquisito la sua abitazione e gli uffici comunali. Le accuse di concussione e corruzione riguarderebbero l’inchiesta per la quale a maggio fu arrestato il braccio destro di D’Alfonso e funzionario comunale Guido Dezio - oggi in libertà - relativa alla presunta richiesta di denaro alle imprese in cambio di atti amministrativi a loro favorevoli. Le accuse di truffa aggravata e falso ideologico sarebbero collegate alla spesa di fondi del Comune per pubblicità istituzionale mentre, secondo l’accusa, sarebbero stati utilizzati per fini privati, in particolare per elettorali.
Il primo filone d’indagine è quello che riguarda Guido Dezio, il dirigente 40enne del comune arrestato a maggio con l’accusa di concussione e tentata concussione e rimesso in libertà nei giorni scorsi. Il sindaco e Dezio, secondo la procura, avrebbero chiesto denaro a più imprese in cambio di atti amministrativi a loro favorevoli. Di qui l’ipotesi di reato di corruzione e concussione. Per quanto riguarda, invece, le ipotesi di truffa aggravata e falso ideologico, l’attenzione della procura si è soffermata sulla pubblicità istituzionale del comune.
Si ritiene, infatti, che i fondi per la pubblicità istituzionale in realtà sarebbero stati destinati a fini privati, personali, in particolare elettoralistici. Ad occuparsi dell’inchiesta è il sostituto procuratore Gennaro Varone.
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