Se non ci fosse stato il raid razzista molti politici ieri neanche si sarebbero accorti che a Villa Gordiani si festeggiava il capodanno bangla. Laggressione, invece, è stato spunto per sollevare il solito vespaio di polemiche. Il sindaco ha condannato il pestaggio, etichettandolo come xenofobo e sottolineando che il Comune ha garantito lorganizzazione della manifestazione, provando a contemperare le esigenze della comunità bengalese con quelle della cittadinanza. «Se sono nati problemi di veti, questi sono originati principalmente da comprensibili motivazioni avanzate da municipi governati dal centrosinistra - ha sottolineato -. Per questo, invito tutti gli esponenti politici a non alimentare campagne di strumentalizzazione su questi episodi che vanno solo condannati. Tutti dobbiamo contribuire a instaurare un rapporto positivo fra la comunità straniera, le istituzioni e la popolazione».
Federico Rocca, delegato del sindaco per il capodanno bengalese, spiega perché la scelta è caduta su Villa Gordiani. «Il parco di Centocelle, che in passato aveva ospitato levento, è stato chiuso per questioni di sicurezza - dice -. Una prima alternativa è stata Villa De Santis, ma il presidente del municipio ha fatto notare che non aveva le caratteristiche adatte. Abbiamo allora offerto Villa Gordiani, perché lalternativa era che la festa non si facesse proprio». Come era prevedibile, Francesco Rutelli, se la prende con il primo cittadino. «Per mesi Alemnanno ha rifiutato di pronunciare la parola razzismo e si è trincerato dietro espressioni generiche, tipo bullismo, di fronte a episodi di violenza contro gli immigrati - dichiara -. Ha sbagliato perché la dura realtà che sta emergendo a Roma va affrontata a viso aperto». Fabio Amato, responsabile esteri del Prc, alza il tiro: «Il crescere di questi episodi trova spiegazione anche nella politica di tipo razzista messa in campo da questo governo».
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