Salta il consiglio comunale di lunedì. Letizia Moratti non firma la convocazione e la seduta slitta. «Motivi tecnici», ufficialmente. In realtà un bel segnale ai partiti che a parere dellex ministro stanno facendo qualche bizza di troppo. Intanto Giovanni Bozzetti firma stizzito una lettera e annuncia di abbandonare la compagnia. «Ho lavorato cinque anni con grande entusiasmo, passione - spiega lex assessore a Moda e Grandi eventi, grande anima delle notti bianche -. E con ottimi risultati. Mi sarei aspettato una riconferma immediata. Non è arrivata e allora rinuncio. Resterò in consiglio».
Oggi lincontro dei colonnelli di Alleanza nazionale con la Moratti e la chiusura degli ultimi nomi che mancano a concludere il sudoku di Palazzo Marino. Due, perchè nessun dubbio cè su quello del vicesindaco Riccardo De Corato. Allargando la prospettiva di sicuro ormai cè il modulo che il mister Moratti imporrà alla sua squadra di governo. Di quasi sicuro ci sono le maglie da assessore praticamente assegnate anche se per lufficialità bisognerà aspettare la prossima settimana. Dopo il primo consiglio, quando a suonar la campanella ci sarà Silvio Berlusconi, consigliere anziano nel senso del più votato. Che reggerà laula fino allelezione del presidente. Designato lazzurro Manfredi Palmeri con lingrato compito di far da banco di prova per la tenuta della maggioranza visto che su di lui hanno già promesso di esercitarsi i franchi tiratori, i consiglieri (magari al terzo mandato) che chiedevano (o pretendevano) un posto in giunta. Ma in aula ci sarà appunto berlusconi ed è facile pensare che qualcuno il mal di pancia se lo farà passare. Magari per ricordarsene in futuro.
Intanto cè lo schema Moratti. Sarà un 7-3-1-1-1. Sette posti a Fi che con il pantagruelico quasi 33 per cento incassato alle ultime elezioni, pensava di poter pesare un po di più. Lo ha ripetuto anche Berlusconi domenica ad Arcore fissando a 8 la quota azzurra. Ma la lady ha già mostrato pugno di ferro in guanto di velluto. E pur con il sorriso, non ha indietreggiato di un assessore. Nemmeno con Vittorio Sgarbi convinto da lei stessa a rinunciare a correre per la poltrona di sindaco e oggi addebitato allintera coalizione. Sgarbi per tutti, dunque, e tre per la Moratti. Che comunque non si fa mancare niente e il becco lo mette anche nella lista di Fi. Dove impone Ombretta Colli, lex signora Provincia anche lei convinta a ritirare la candidatura a primo cittadino. E oggi ricompensata, ma sempre in quota Fi, con Periferie e zone. Imposto anche Luigi Rossi Bernardi, già presidente del Cnr per cui spinge anche Guido Possa e che potrebbe andare alla Ricerca. Cinque le caselle che restano. Una sicuramente per lex capodelegazione Bruno Simini, il coordinatore della campagna elettorale a cui Berlusconi ha concesso di non correre alle ultime elezioni. Per lui sarebbe pronto lo Sport. Dopo che la Moratti (questione di numeri) ha abbandonato il presidente provinciale del Coni Filippo Grassia e Alan Rizzi, a lungo dato per certo su quella poltrona. A lui, in cambio, verrebbe offerta Milano sport, la società del Comune che gestisce gli impianti. Commercio e attività produttive per Tiziana Maiolo. Assessorato di ferro per il ciellino Carlo Masseroli cui toccherà lUrbanistica, Ambiente e Arredo urbano per Giovanni Terzi. Niente da fare per il votatissimo (2.190) Giulio Gallera a cui sarebbero stati fatali giudizi negativi espressi alla Moratti da alcuni presidenti di Zona. E così gli sforzi di socialisti e liberal si spostano su Stefano Pillitteri che si occuperebbe di anagrafe e cimiteri.
Inamovibili i tre morattiani. Mariolina Moioli a Famiglia ed Educazione, Ada Grecchi a Lavoro e Formazione ed Edoardo Croci ai Trasporti.
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