Ora la maggioranza lo difende, dopo averlo impallinato. Al centro del caso Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, deputato e da pochissimo anche europarlamentare, e la richiesta delle sue dimissioni da presidente della commissione Sicurezza per la sua uscita sulla istituzione di tram e autobus riservati ai milanesi. Dimissioni peraltro negate il giorno stesso da Salvini che, anzi, ha risposto convocando un sopralluogo della commissione sicurezza appunto alla cascina Boldinasco, stabile del comune occupato da rom e clandestini. Non solo, alla difesa della Moratti Salvini replica tornando alla carica: «Ringrazio per il riconoscimento del mio lavoro, ma ribadisco l’invito al sindaco a fare di più e meglio. La Lega non vuole poltrone, ma dico nell’interesse della città che la squadra della Moratti potrebbe essere migliorata».
È stato grazie a 12 franchi tiratori del Pdl, che hanno ignorato le indicazione del partito (4 voti a favore e 8 astenuti), infatti, che giovedì passa l’ordine del giorno dell’11 maggio firmato dal capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino in cui si chiedono le dimissioni di Salvini. Un chiaro messaggio alla Lega in risposta agli attacchi di Salvini alla giunta Moratti «deve cambiare passo», alla maggioranza «che non è abbastanza sul territorio» e alle richieste di dimissioni di due assessori. Ma il sindaco guarda avanti e passa oltre una vicenda che considera «chiusa»: «Il documento è frutto delle decisioni autonome del consiglio, e ho sempre detto che il consiglio è sovrano. Certo, io non vedo i motivi della richiesta di dimissioni di Salvini. Inoltre, la proposta di Salvini è superata e non ritornerei su una questione chiusa». Il sindaco amplia il ragionamento: «La Lega per Milano è un alleato fondamentale in giunta e in consiglio. C’è una sintonia piena tra le politiche che la Lega porta avanti e quelle che noi come giunta portiamo avanti. A questo, aggiungo che c’è una piena collaborazione con il governo. Mi sento regolarmente con tutti i ministri e i sottosegretari della Lega, dal ministro Maroni, che ringrazio per l’attenzione particolare sulla questione sicurezza, a Castelli che ho sentito ieri sulle opere di Expo, a Zaia che mi ha invitato al G8 sull’agricoltura».
Un’accusa mascherata da difesa quella del vicesindaco Riccardo De Corato: «Salvini è presidente della commissione Sicurezza e svolge bene il suo ruolo, anche se a volte esagera con qualche affermazione di troppo, che peraltro non riguarda per la verità solo la sicurezza, ma anche la politica complessiva dell’amministrazione comunale. La maggioranza comunque è salda è ha nella Lega gli alleati migliori».
«Giù le mani da Salvini» tuonava ieri mattina Davide Boni, capodelegazione della Lega Nord nella giunta regionale: «Credo che la posizione assunta dal consiglio comunale nei confronti di Matteo Salvini sia difficile da connotare in un ambito caratterizzato da concreti e reali presupposti politici più vicino al grottesco e a una falsata rappresentazione della realtà delle cose. Un voto sul nulla, come dice bene Salvini, che ha il suolo scopo di intimorire la Lega all’indomani dell’indiscutibile e innegabile affermazione elettorale».
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