(...) del genere».
Ieri, a cinquantanni da quel giorno, cè chi ha spostato il mirino: dalla rievocazione storica alla attualizzazione. Parlando di pericoli per la democrazia che passa attraverso lannullamento della Costituzione: «Oggi in Italia cè ancora qualcuno che chiama eversori il popolo di Genova in rivolta il 30 giugno 1960 - è il ragionamento del presidente nazionale dellAssociazione partigiani italiani, Raimondo Ricci -. Oggi la Costituzione viene demolita e presidente del Consiglio è un iscritto alla loggia massonica P2 fautrice di un ritorno indietro al fascismo. LAnpi continuerà lattività di memoria verso i giovani per impedire un ritorno indietro nella storia». Leuroparlamentare del Pd Sergio Cofferati si è allineato alla lettura data da Ricci ricordando come «quegli avvenimenti non soltanto per ragioni di natura storica ma anche perché i valòori della Costituzione devono essere sempre riconfermati e a maggior ragione in una fase come questa in cui sono in campo tentativi di revsionismo storico e continue aggressioni alla Carta Costituzionale».
E se il presidente della Regione Claudio Burlando si è limitato a rievocare la storia di quella giornata senza proiezioni nel futuro («Fu un moto di piazza forte, partito dal basso, unonda inarrestabile. Vi partecipò mio padre sereno e fiero come chi sa di fare la cosa giusta contro un tentativo autoritario di tornare indietro nella storia») cè chi si è spinto a ricordare il 30 giugno come fosse stata una data che ha unito, anziché dividere: «Propongo alle commissioni competenti di intitolare il nuovo tratto della sponda destra del Polcevera 30 giugno 1960», parola di Marta Vincenzi, sindaco di Genova, alla quale sono seguite le reazioni piccate del Popolo della Libertà con il consigliere comunale Remo Viazzi che si dice esterrefatto: «Si tratta di una dichiarazione provocatoria che sta a significare come Vincenzi non sia il sindaco di tutti. È ovvio che ci opporremo nella maniera più assoluta il giorno in cui una proposta del genere possa arrivare in commissione».
«Ma quale via? Ogni cosa che promette non riesce a realizzarla e così sarà anche per lintitolazione della strada di sponda sul Polcevera» è il commento del consigliere comunale Giuseppe Murolo che chiude deciso: «Se però dovesse farlo davvero da libero cittadino la denuncerei per apologia di reato». Reazioni di fuoco anche da Gianni Plinio che replica allintervento dellassessore alla cultura del Comune di Genova Andrea Ranieri che aveva definito il convegno di «Destra domani» come roba da ridere: «Lunica cosa che mi fa fare risate è sapere che un esperto in picchettaggio come lui abbia le deleghe alla cultura».
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