Sinead l’apostata pubblica «Theology»

da Milano

Certe cose non cambiano. Come la natura umana, ad esempio. Sinead O'Connor si presenta alla conferenza stampa del suo nuovo album Theology (due cd, 11 brani sdoppiati in versione acustica ed elettrica, uscita 15 giugno), tale e quale a 15 anni fa, quando strappò una foto di Papa Wojtyla in diretta al Saturday Night Live. Certo, la bufera non sarà la stessa perché ormai si vive nell'impero della forma: se il cazzotto lo travesti da carezza passerà per carezza, punto e basta. Quindi, come diceva il presidente americano Roosevelt, «parla a bassa voce, ma porta con te un nodoso bastone». Così fa Sinead, capello corto d'ordinanza, voce calda: «Papa Ratzinger? Non è né carne né pesce, non scalda gli animi». E uno. «Giovanni Paolo II? Di quel mio gesto non parlo più: per lui ho avuto sentimenti profondi nei suoi ultimi giorni, durante la malattia. Vederlo trascinato per il mondo, costretto ad esibirsi mi ha messo tristezza». E due. «Dio e la religione sono due cose diverse. Il nostro sforzo deve essere quello di vedere Dio oltre la religione». E tre.

Dopodiché, nemmeno con la musica i rapporti sembrano essere sereni: «C'è un sacco di musica che viene dall'Irlanda, ma fa tutta schifo». Theology - i cui testi sono ispirati al Vecchio Testamento - contiene due celebri cover: I don't know how to love him dal musical Jesus Christ Superstar e Rivers of Babylon. Ai primi di luglio il tour europeo.

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