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Singh&Choi superstar Dall’Europa agli States l’Oriente fa l’en-plein

L’indiano ha siglato alla grande il Volvo Masters di Valderrama e il sudcoreano ha dominato il Chrisler a Palm Harbor

Mario Camicia

Jeev Milkha Singh da domenica scorsa è certamente diventato un idolo in India, suo Paese natale. Il trentaquattrenne di Chandigarth, primo indiano ad entrare di diritto tra i giocatori dell’European Tour dopo la sua vittoria nel Volvo China Open ad inizio anno, deve avere un particolare feeling con la casa automobilistica svedese perché nel torneo finale della stagione - il Volvo Masters - che vede ammessi ai nastri di partenza solo i primi 60 professionisti dell’ordine di merito, si è permesso il lusso di lasciare alle sue spalle tutti e vincere i 666mila euro del primo premio, ma, gratificazione ancor più valida, soprattutto di entrare nella storia del grande torneo di Valderrama giunto alla sua 16ª edizione.
Basta uno sguardo alla classifica finale per rendersi conto dell’impresa del simpatico ed impassibile giocatore orientale: secondi alle sue spalle sono terminati Sergio Garcia (2° per il terzo anno consecutivo a Valderrama), Luke Donald e Padraig Harrington, tre giocatori di fama mondiale, tre eroi della recente vittoria europea in Ryder Cup. Insieme a Singh, ha vinto ancora una volta il percorso spagnolo, considerato tra i più belli ed impegnativi dei due tour più importanti al mondo. Jeev ha conquistato il successo chiudendo appena due colpi sotto il par e con una sola lunghezza di vantaggio sui tre inseguitori e sono stati loro i soli ad aver portato a termine il Volvo Masters 2006 con un punteggio in «rosso», ovvero sotto il par. C’è stata lotta nelle ultime 18 buche, c’è stato un momento di incertezza per Singh a metà delle ultime 9 buche che ha lasciato sperare gli avversari, ma poi nelle due frazioni finali l’indiano è stato freddo, determinato, campione vero; ha controllato nervi e gioco - non appariscente ma altamente consistente - ed ha colto un successo forse per lui insperato ma che, come lui stesso ha detto, gli ha dato la consapevolezza dei propri mezzi e soprattutto l’orgoglio di pensare a quanto questo successo di valore mondiale potrà giovare al golf e allo sport nel suo Paese. Un bel vincitore, aggiungiamo noi, che contribuisce anche a dar prestigio alla internazionalità, senza confini, del Tour europeo. Valderrama ha laureato però un altro campione, ovvero il miglior golfista del Tour per il 2006. Di solito tutti ben presto scordano chi arriva secondo, ma non stavolta. Padreig Harrington con il secondo posto pari merito al Volvo Masters è riuscito, sul filo di lana, ad avere la meglio su Paul Casey (a dire il vero in cattive condizioni fisiche nella prima giornata). Molinari e Canonica, presenti a Valderrama, non hanno brillato, ma il solo fatto di essere entrati nei migliori 60 della stagione è titolo di merito non da poco ed orgoglio per il golf azzurro.
Negli States il Chrysler Championship, ultimo torneo della stagione prima del «Gran final» di questa settimana, ha visto la vittoria di un altro orientale: il mitico Mr. Choi, sudcoreano, che ha preceduto di quattro colpi gli americani Paul Goydos e Brett Wetterich ed intascato una prima moneta di 950mila dollari.

Vincitore in qualche modo anche Ernie Els, il campione sudafricano, che, salvando due par nelle ultime due buche, è terminato al 6° posto, riuscendo a rimanere di misura tra i primi 30 giocatori della money list che da giovedì giocheranno il Tour Championship all’East Lake Golf Club di Atlanta in Georgia.

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