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La sinistra attacca Benedetto XVI: «Ingerenza politica»

Rifondazione: «Una crociata contro le donne». I radicali: democrazia sotto tutela vaticana. Veronesi: no al fondamentalismo religioso

La sinistra attacca Benedetto XVI: «Ingerenza politica»

Emanuela Fontana

da Roma

«La democrazia è sotto la tutela vaticana». «Un’ingerenza ineccepibile». Sono alcune delle dichiarazioni piovute sul Papa (la prima dei radicali, la seconda di Rifondazione) dopo che in mattinata, nel suo discorso davanti ai vescovi della Cei, Ratzinger aveva affrontato il tema del referendum sulla fecondazione assistita. E sono stati proprio loro, i radicali con il Prc e i Ds, ad attaccare Benedetto XVI come se il successore di Wojtyla dal Vaticano avesse lanciato una scomunica. Il Papa si dice «vicino ai vescovi» e li invita a illuminare cristiani e non cristiani dicendo che l’uomo è un fine e non un mezzo? Pur non pronunciando mai la parola «astensione», Ratzinger per la prima volta da quando è stato eletto, ossia da poco più di un mese, entra nell’agone delle dichiarazioni politiche e viene tacciato di ingerenza: «Siamo dinanzi a un’offensiva senza precedenti - tuona il segretario dei radicali Daniele Capezzone - . Non può essere ammesso che le gerarchie in quanto tali si mettano a fare campagna elettorale interferendo con il voto di un Paese». Elettra Deiana, di Rifondazione comunista, sembra ancora più dura: «Non c’era da dubitare - attacca - che Papa Ratzinger lanciasse la sua crociata contro le donne». E anche i Ds, prima che Piero Fassino, in serata, dettasse una linea più «rispettosa» del magistero papale, avevano demolito Benedetto XVI come un politico di opposto schieramento: per Gloria Buffo la posizione della Chiesa (non ha parlato esattamente di Ratzinger) nel referendum è «grave e pericolosa» e per Katia Zanotti, membro del comitato referendario, l’astensionismo del cardinale Camillo Ruini, «con il sostegno ufficiale del Papa, è un espediente per far fallire il referendum». Più tardi, è stato Fassino a correggere il timone verso mari meno anticlericali: «Tutti devono avere rispetto per il magistero del Pontefice - ha avvertito il segretario diessino - e quindi questo è l'atteggiamento di ciascuno di noi. Al tempo stesso credo che sia naturale e legittimo che chi ritiene che questa non sia una buona legge e debba essere migliorata lo possa fare». Ma un’invettiva in controtendenza con il pensiero di Fassino è arrivata proprio da un ex ministro del governo di centro-sinistra, Umberto Veronesi, che avverte: «C’è un fondamentalismo religioso di ritorno», anche se ammette che «se la Chiesa spinge all’astensione, fa in un certo senso il suo mestiere e mantiene la sua posizione». È risultato invece «scandaloso» per la maggioranza il silenzio sulla vicenda di Romano Prodi: «Si è trincerato dietro il suo soave silenzio», lo ha stuzzicato il capogruppo Udc alla Camera. Un atteggiamento pilatesco ancor più grave, valuta il centrista, dal momento che Fassino «è arrivato a difendere la libertà di opinione del Santo Padre della Chiesa italiana».
Per Benedetto XVI, comunque, ci sono state ieri complessivamente più difese che attacchi dal mondo politico. Secondo il ministro della Salute Francesco Storace «se si dà addosso al Papa si sta perdendo la testa». Il segretario dell’Udc Marco Follini definisce le polemiche «fuori luogo. Non c’è nessuna ragione per cui il Papa non possa assumere una sua posizione». Mentre per Pierluigi Mantini della Margherita non c’è nessuna ragione «di strumentalizzare il Papa per scopi di parte»: le parole di Benedetto XVI «sono affermazioni comprensibili e condivisibili nel loro valore assoluto - valuta il deputato Dl - e certo non rispondono ai quesiti specifici posti dal referendum». E Giuseppe Fioroni bacchetta il centrosinistra: «Si riconosca almeno al santo Padre e ai vescovi il diritto di illuminare le coscienze su un tema che attiene al destino dell’uomo». Anche la posizione della Lega è sinceramente ratzingeriana: «Mi piace sempre più questo Papa - riflette il ministro delle riforme Roberto Calderoli -. È evidente il messaggio che Papa Ratzinger ci lancia con le sue parole». «Esiste ancora la libertà di pensiero o siamo piombati sotto un regime illiberale come quello cubano?», si chiede il sottosegretario alla Salute Maria Elisabetta Alberti Casellati. La Chiesa ha dato in pieno diritto, sottolinea il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno, «una forte e chiara indicazione». Un «grazie» a Benedetto XVI viene inviato dal comitato «Scienza e vita per la legge 40»: «È come un padre preoccupato per i propri figli».

«Non si comprende perché - si chiede infine Antonio Tajani, presidente degli eurodeputati di Forza Italia - il Papa e la Chiesa non possano far conoscere la loro opinione in materia di procreazione assistita come fanno, in queste settimane, tante associazioni».

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