(...) già paventate querele, pare siano in arrivo quella di Burlando e quella dei Ds. E invece è diventato un caso politico. Perché fra un anno a Genova si vota per il Comune e per la Provincia, e allora come interpretare, per esempio, quel rivangare la scelta di Burlando alla presidenza della Regione? Sta in due frasi fin troppo esplicite: Burlando «vicino a DAlema, calato alla presidenza della Regione dopo due prove non proprio esaltanti come sindaco di Genova e ministro dei Trasporti». Burlando candidato nonostante i sondaggi indicassero «che altri candidati avrebbero chance di vittoria anche maggiori». Burlando che vince, «certo non stravince», e dà il via al «burlandismo», e cioè operazioni dagli interessi «non sempre immediatamente individuabili», allinterno di quella «pax burlandiana» fra «amministrazioni di tutti i colori, imprenditori, professionisti» in nome di un business che fra porticcioli turistici, appartamenti, box auto, esercizi commerciali, mirerebbe non allo sviluppo del turismo, ma «a far sbarcare gli immobiliaristi».
Segue lelenco dei progetti incriminati da Imperia a Savona, da Genova a Santa Margherita, là dove sempre «dietro lo yacht si nasconde il mattone». Nel mirino Burlando, ma anche il suo assessore allUrbanistica, lex sindaco di Savona Carlo Ruggieri. Non cè bisogno di interpretare, basta leggere: «Per capire che cosa diventerà davvero lUnione, come governerà questo centro-sinistra pieno di buone intenzioni, ma anche di facce difficilmente digeribili, bisogna guardare a Roma. Certo. Ma forse bisogna anche dare unocchiata alle città, alle regioni dove gli uomini di questa maggioranza sono già allopera. La Liguria, per esempio. Ecco che allora una vicenda, apparentemente di rilievo solo locale, assume un significato nazionale. E una storia di cemento - tanto, centinaia di migliaia di metri cubi - che rischia di lasciare una traccia devastante e indelebile nel panorama ligure, seconda, forse, soltanto alla rapallizzazione del dopoguerra».
Così, i dietrologi si sono già scatenati e i sospetti già avvelenano il clima. La domanda è: chi ha ispirato larticolo? E comunque, cui prodest? Radio Regione fa già il nome di Marta Vincenzi, leuroparlamentare Ds che nella corsa a palazzo Tursi è antagonista del superassessore comunale Mario Margini, lui pure Ds, si dice preferito da Burlando. In generale, segnalano i maligni che la strategia è chiara e sta in un sillogismo: Burlando disse mesi fa che a palazzo Tursi non deve andare per forza un sindaco Ds, ma si può aprire alla Margherita; i Ds non se lo sognano neppure di mollare il Comune agli alleati centristi; Burlando va attaccato. E, fantapolitica o no, nel gioco fanno rientrare anche la nomina, ieri, del vicesindaco Alberto Ghio quale amministratore delegato di Sviluppo Genova, in barba allassessore Paolo Veardo della Margherita, vicino al vicepresidente della Regione Massimiliano Costa, quando solo pochi giorni fa il partito dei petali si diceva certo della nomina di Veardo. La decisione lha presa il sindaco Giuseppe Pericu senza ascoltare i partiti, tanto più che la Margherita aveva chiesto la sostituzione in giunta di Veardo nel caso fosse stato eletto, facendo infuriare il sindaco che non ha voluto sentir parlare di rimpasti dellultimo anno di legislatura. Di fatto, poiché Veardo è della Margherita e Pericu dei Ds, cè chi vede nella scelta di Ghio un segnale di stop ai centristi anche in vista delle elezioni, e proprio a quel Massimiliano Costa che, vista la forza elettorale e il radicamento sulle questioni sociali della città, sarebbe potuto essere il nome giusto per Tursi.
Quanto allarticolo di Micro Mega, ieri i Ds hanno fatto quadrato intorno a Burlando, persino uno poco affezionato come il deputato Graziano Mazzarello ha tenuto a precisare che «è stato costruito là dove non si rubava spazio al territorio, ma dove si voleva riqualificare» e che «il burlandismo non esiste». Su tutto il resto, lo scontro è appena cominciato.
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