Politica

La sinistra costretta a mettere in dubbio gli esperti dei Clinton

da Roma

«Una cosa studiata», «non credibile» e addirittura, «un’americanata». Il primo sondaggio pubblico veramente sfavorevole per l’Unione è stato accolto dall’ironia della sinistra. Il curriculum e, soprattutto, il portafoglio clienti della Penn, Schoen e Berland Associati sono in realtà di quelli che non possono non suscitare invidia. Nemmeno tra quei sondaggisti italiani che hanno accolto i dati pubblicati ieri con scetticismo. Negli Usa Time magazine li ha ribattezzati «i maestri del messaggio» e i loro servizi sono ricercati tanto da uomini politici di primo piano, come l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, il sindaco di New York Michael Bloomberg e il premier britannico Tony Blair quanto dalle più grandi società americane. Coca Cola, American Express e Microsoft, per fare alcuni nomi.
La Psb impiega circa un centinaio di dipendenti e ha il suo quartier generale a Washington. Mark Penn, fondatore della società nel 1975 mentre era studente ad Harvard, è l’esponente più famoso. Specializzato in sondaggi politici, Penn è balzato alla ribalta come consulente del presidente Bill Clinton nella sua campagna per la rielezione alla Casa Bianca nel 1996 e durante il secondo quadrienno del suo mandato presidenziale. Inoltre Penn ha fatto da consulente politico alla campagna vincente per il Senato, per il seggio di New York, per la ex first lady Hillary Clinton.
L’attività della Psb è legata più spesso ai candidati democratici che ai repubblicani, ma la società ha fornito i suoi servigi anche al repubblicano Bloomberg nella sua campagna per diventare sindaco di New York. Per quanto riguarda le aziende, particolarmente stretti appaiono i legami tra la società e il miliardario Bill Gates, fondatore della Microsoft.
Nel suo curriculum, Penn si vanta di «avere aiutato ad eleggere 15 presidenti all’estero, in Estremo Oriente, America Latina e in Europa». L’episodio al quale la sinistra si appella per screditare il sondaggio che, per la prima volta, dà la Casa delle libertà in vantaggio rispetto all’Unione, risale al 2004, quando la Psb era stata al centro di un controverso episodio in occasione del referendum tenuto in Venezuela contro il presidente Hugo Chavez. Gli exit poll diffusi dalla società assegnavano la vittoria agli oppositori di Chavez, mentre il candidato della sinistra aveva ottenuto il 58 per cento.
L’anno scorso la stampa britannica aveva rivelato che il premier Tony Blair aveva fatto ricorso ai servigi della Psb di Mark Penn in vista di possibili elezioni.
La differenza tra i dati degli istituti italiani e quelli di Psb è stata spiegata anche con le diverse metodologie adottate negli Usa. Si tratta di «un risultato anche possibile, poco probabile - ha spiegati Nicola Piepoli - ma gli istituti che lavorano in Italia sono tutti sulla stessa linea, diversa da questa. Personalmente uso il sistema francofono, che per rendere più probabile la risposta la confronta anche con il dato del voto nelle elezioni precedenti».

Secondo Mannheimer il metodo di Psb va bene, ma il risutato - ha ricordato - «dipende da molte variabili, anche da come vengono poste le domande agli intervistati».

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