Ma quale riavvicinamento del partito alla maggioranza di centrosinistra in Comune! Ma quale stesura di una Carta dei valori condivisa da tutta lUnione a Genova, o - peggio ancora - quale organizzazione delle primarie sui candidati sindaco di Tursi! I componenti della «sinistra critica, area programmatica congressuale» di Rifondazione comunista, in particolare Sergio Casanova, responsabile Lavoro nella segreteria regionale, e Aurelio Macciò, capogruppo in Provincia e membro del Comitato politico nazionale, sparano a zero sulle recenti esternazioni dei responsabili locali del partito di Bertinotti a proposito dellevoluzione a breve del quadro politico.
In particolare, nel mirino delle proteste di Casanova e Macciò cè il segretario cittadino Bruno Pastorino, reo, a loro giudizio, di aver «illustrato la linea politica e le strategie di Rifondazione verso il rinnovo delle amministrazioni locali, Provincia e Comune di Genova». Ebbene, la componente di «Sinistra critica» ritiene che «prima di parlare di nomi, candidati e primarie, occorra parlare di contenuti» e che «non sia possibile eludere il nodo dei motivi per cui Rifondazione comunista ha scelto di passare allopposizione della giunta guidata da Giuseppe Pericu». Casanova e Macciò non ci stanno proprio, a questo modo di fare: «Intendiamo far notare - scrivono - che mai gli organismi dirigenti genovesi del partito (direzione, comitato politico federale), né tanto meno i compagni le compagne dei circoli sono stati convocati per discutere e definire le linee di azione verso le prossime elezioni amministrative. Rimaniamo pertanto stupiti - aggiungono i due nella nota - di come un segretario e una segreteria come quella genovese, che si regge su una risicatissima maggioranza di due voti di scarto su 71 membri del comitato politico federale, possa pensare di illustrare pubblicamente quali siano le linee del Prc, definendo già gli assetti di unamministrazione, la Provincia, e saltando a pié pari il nodo dei motivi che ci hanno spinto a passare allopposizione nellaltra (il Comune), svincolandosi da valutazioni e decisioni che spettano agli organismi dirigenti larghi e al confronto con i movimenti e i luoghi rappresentativi del conflitto sociale che si esprime in città». Casanova e Macciò invece vorrebbero privilegiare i «contenuti».
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