La sinistra malata di ticket

Fo.rmigoni annuncia di pensare a un ricorso alla Corte costituzionale contro il ticket sulle visite mediche e la sinistra milanese che fa? Invece di prendere le parti dei cittadini nella contesa con il governo, difende l’ennesima tassa di Prodi. La tesi è incomprensibile, ovvero che la Regione potrebbe evitare di far pagare il ticket. E in che modo, se non ricorrendo a tagli alla spesa sanitaria e quindi ai servizi?
Basta guardare i numeri e fare qualche operazioncina per rendersi conto che i conti non possono tornare. La sanità costa ogni anno di più e invece il governo ha tagliato i fondi. Inoltre, poiché non arrivava a coprire nemmeno i fondi che si sono salvati dai tagli, per finanziare i trasferimenti Prodi si è inventato il ticket. Se qualcuno può riassorbire la nuova tassa sulle visite mediche, quindi, è proprio il governo. Nulla impedisce di andare a reperire i soldi lontano dagli ospedali.
Rinunciare a incassare i dieci euro, per la Regione significherebbe mettere in sofferenza i bilanci. Non è chiaro perché chiedere ulteriori sacrifici alla Lombardia, che da sola contribuisce per il 57 per cento a sovvenzionare il fondo di solidarietà nazionale. Nessuno vuole mettere in dubbio il dovere di aiutare le Regioni più deboli, ma nessuno può ragionevolmente sostenere che la Lombardia non spenda e non si spenda abbastanza.


E allora perché l’Ulivo continua a chiedere sacrifici a cittadini che si sentono spremuti come limoni, perché scarica sulla Regione responsabilità del governo? Non è Formigoni che mette nuove tasse ma Prodi. L’hanno capito tutti da un pezzo anche a sinistra. Quel che nessuno capisce è perché i politici facciano finta di non saperlo.

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