RomaOnorevole Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, «LUnità» lha fatta arrabbiare?
«Eh certo! In prima pagina mi trovo un titolo che dice:Come i fascisti, riferito alle querele di Berlusconi ai giornali. Ma scherziamo? Non vedo nessuna analogia col fascismo nella decisione del premier di tutelare la sua onorabilità in tribunale. Deve pur difendersi dai pesantissimi e sguaiati attacchi personali che gli sono stati sferrati dallUnità, La Repubblica e altri».
Ma laccusano di volere, così, ridurre al silenzio tutti gli organi dinformazione che non la pensano come lui.
«Come mai, allora, non si grida lo stesso quando le cose accadono al contrario? Che dovrei dire io, forse che mi volevano zittire con la valanga di querele che ho avuto anche da parte di esponenti di sinistra?».
Scusi, che centra lei?
«Centro, perché negli ultimi cinque anni, soprattutto quando ero ministro, sono stato trascinato in tribunale un sacco di volte. Non solo dal sindacato locali da ballo, che mi ha chiesto un miliardo di danni perché offeso dalle mie campagne sulle stragi del sabato sera; non solo dai radicali perché ero contro il referendum sulla legge per la fecondazione assistita; non solo dal presidente del Pd della Regione Basilicata, Bubbico, per aver solo riferito le valutazioni del Consiglio dei ministri sul deposito scorie a Scanzano Ionico; non solo dal magistrato Libero Mancuso, poi assessore nella giunta rossa di Bologna, perché avevo criticato la scarcerazione dei responsabili della distruzione della sede della Misericordia di Modena, ma anche da Romano Prodi per aver ripetuto in una manifestazione pubblica cose che ho scritto e detto mille volte dal 1984, sui rapporti daffari fra Lega delle Cooperative e amministrazioni di sinistra. E Prodi non era uno qualsiasi: annunciò la querela in campagna elettorale e poi divenne presidente del Consiglio».
Insomma, per lei è la solita storia di «due pesi e due misure»?
«Già, per la sinistra funziona così. Io ho dovuto subire una serie di vicende giudiziarie, viaggiare per tutta Italia per difendermi, far scendere in campo avvocati. Tutte questioni che si sono concluse o si concluderanno in nulla, perché si trattava di semplici opinioni, insindacabili secondo la Costituzione. E non ho mai visto una riga di protesta sui giornali di sinistra. Invece, adesso che toccano loro si grida al manganello, allaggressione, alla democrazia in pericolo, addirittura al fascismo che torna... ».
Le querele ai giornali da parte di un premier sarebbero un intimidazione.
«Ho sentito le parole pesanti di DAlema contro Berlusconi che minaccia la libertà dinformazione e ho pensato che proprio lui ha querelato Forattini per la vignetta sullo sbianchettamento della lista Mitrokhin. La sinistra dei potenti, come Prodi e DAlema, sempre pronti alla querela, con che faccia osa criticare chi si difende da inqualificabili offese personali? O pensa che anche Prodi e DAlema siano come i fascisti?».
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