La sinistra perde anche la spiaggia Sparisce il ritrovo dei radical-chic

La terrazza dello stabilimento balneare «Ultima Spiaggia» di Capalbio (Grosseto) è crollata di notte. Le fondamenta del famoso palco di legno bianco dello stabilimento più radical chic del litorale tirreno hanno ceduto di colpo, piegandosi sulla sabbia ormai bagnata da giorni, prima lambita, poi raggiunta e divorata miseramente dall’avanzare inesorabile dell’ultima mareggiata di una notte di maggio. Ma non una notte qualunque.
La sera prima Michele Santoro aveva annunciato che a giugno chiuderà Annozero, cedendo ad una buonuscita milionaria della Rai e lasciando sgomento perfino il suo amico Marco Travaglio, uno che difficilmente si scompone. La sera prima ancora l’ingegner Carlo De Benedetti aveva chiuso la sua querelle con l’ex premier Massimo D’Alema, che aveva già giudicato pubblicamente inadeguato, definendolo «un caso umano», naturalmente nel senso patologico del termine. E la sera di tre giorni prima l’onorevole Antonio Di Pietro concordava una conferenza stampa congiunta, svoltasi la mattina successiva, con il ministro del Carroccio Calderoli, per annunciare il voto favorevole dell’Italia dei valori al federalismo leghista che più leghista non si può.
E quella notte, dunque, quella notte stessa, anche l’ultimo tra i presidi più famosi della sinistra, lo storico ritrovo dei finesettimana dell’intellighenzia comunista, non ha retto allo choc consecutivo di tutti questi eventi, piegando le sue fragili gambe, già da mesi minacciate dall’acqua salata, e cedendo alla maestà della marea che avanza inesorabile ed ai cambiamenti climatici che la natura decide, provoca ed impone in un rinnovamento continuo e incessante.
La contemporaneità degli eventi è stata un presagio, un chiaro segno del destino. Da una parte il crollo di una roccaforte solida, che aveva resistito al susseguirsi dei governi Berlusconi, un palcoscenico al sole in riva al mare, sull’ultima spiaggia della Toscana dove la domenica si incontravano ancora i maggiori protagonisti di una storia politica già lontana e superata, tutti con l’Unità sottobraccio e tutti a commentare negativamente la politica del momento, con sarcasmo e critica feroce, e a dileggiare i nuovi protagonisti, senza rendersi conto di essere loro stessi seduti su una terrazza che ormai scivolava, lentamente ma inesorabilmente, alla deriva. E dall’altra la resa pubblica e palese della sinistra ancora attiva e dei suoi rappresentanti più significativi, con la comoda scelta economica di Santoro, con le dure dichiarazioni pubbliche dell’editore della storica Repubblica e col sorriso soddisfatto di Di Pietro seduto accanto al ministro Calderoli, fino a pochi giorni prima da lui stesso apertamente criticato ed attaccato.
Oggi a Capalbio quell’area sinistrata, e scusate il doppio senso delle parole, o quel che resta di essa, è stata transennata e puntellata alla meglio: la spiaggia è stata divorata completamente dall’acqua, e la terrazza di legno è stata trascinata in mare aperto dalla forza delle onde, e ingoiata per sempre nelle sue profondità. Quella che era una magnifica piattaforma bianca, protesa verso l’orizzonte azzurro e luccicante, dove, tra vongole, gamberi e calamari, e nemmeno l’ombra di una ricevuta fiscale, si è decisa gran parte della storia politica di sinistra e i destini dei suoi rappresentanti, è irrimediabilmente sparita, annullata e fatta affondare per sempre dall’alternarsi naturale delle maree.
Oggi la sinistra politica di opposizione non esiste più, travolta e uccisa dalla sua incapacità ad adeguarsi ai cambiamenti del Paese e a quelli imposti dal naturale svolgersi degli eventi. I suoi figli più giovani, i trentenni e i quarantenni emergenti, sono stati resi muti ed inoffensivi, immobilizzati dai patriarchi di sinistra, gli stessi che ancora oggi giudicano e sentenziano, con le loro chiome e le loro barbe ormai bianchissime.
All’Ultima Spiaggia di Capalbio stanno ricostruendo una nuova terrazza, più arretrata rispetto alla precedente, più protetta e riparata, non più protesa coraggiosamente verso il mare aperto, ma orientata verso un orizzonte diverso, un po' defilata, più discreta, ma più sicura, più solida e meno esposta ai venti e al sole pieno.

All’interno del Pd ancora non fervono lavori in corso, ma quei trentenni e quarantenni parlano tra di loro, si scambiano idee e proposte, scendono tra la loro gente, studiano e si preparano, e stanno arrivando su quell’Ultima Spiaggia, su quella nuova terrazza, e si tengono pronti, forse in attesa che un nuovo orizzonte si apra anche per loro.

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