Emanuela Fontana
da Roma
Anche il manifesto e lUnità, quotidiano comunista il primo, dei Ds il secondo, hanno preso le distanze, minimizzando però quel grido-bomba («LItalia dallIrak deve andare via, dieci cento mille Na-ssi-rya») e sostenendo che sia stato lanciato da un «gruppetto» di ragazzi.
Ma una manifestazione a favore della Palestina dai contorni che possono scivolare facilmente nellestremismo ha contenuto anche questi cori, e molti altri, come «Armi armi armi ai fedayn», oltre alla bandiera israeliana e quella americana bruciate. «I soldati morti nella strage di Nassirya non possono essere vilipesi e svergognati da altri italiani. È una cosa indecente di cui qualcuno dovrà assumersi le responsabilità», commenta duramente il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.
Dal centrosinistra si prendono le distanze, ma con toni imbarazzati. Romano Prodi non ne parla, Oliviero Diliberto, presente alla manifestazione, immagina uno zampino dellex ministro Roberto Calderoli dietro quelle grida. Proprio quando si sotterra Calderoli per la maglietta e la strage di Bengasi, anche da sinistra ci si trova a fare i conti con frange incontrollabili. In questo caso, però, non cè nessun «licenziamento».
Solo il segretario dei Ds Piero Fassino a domanda ha chiarito: «Il centrosinistra ha sempre detto che certi comportamenti sono assolutamente inconciliabili con gli obiettivi e la politica del centrosinistra, tanto è vero che nei giorni scorsi un rappresentante del Prc che aveva espresso quelle stesse parole d'ordine è stato sospeso dalle liste e non sarà candidato».
Non bastano queste parole al centrodestra. Cè chi invoca lintervento del capo dello Stato: come ha fatto per il caso Calderoli, anche per gli inni oltraggiosi sulle vittime di Nassirya della manifestazione pro-Palestina dei comunisti, Carlo Azeglio Ciampi dovrebbe chiedere responsabilità soprattutto a chi ha un ruolo istituzionale, osserva Maurizio Gasparri di An.
Dopo quanto avvenuto nel corteo di sabato, la sinistra «non può far prediche al centrodestra», chiarisce Casini.
Questi toni sono tutte scuse per «coprire» il caso Calderoli, provoca il coordinatore della Margherita, Dario Franceschini, che punta il mirino contro il presidente della Camera: «È sempre più patetico il tentativo della destra a cominciare da Casini di sollevare un polverone sugli slogan odiosi pronunciati ieri da una decina di manifestanti per coprire il devastante comportamento di un ministro della Repubblica».
Dal centrodestra si rimette a fuoco la questione del giorno dei cori pro kamikaze, non meno gravi della maglietta dellex ministro: quel che deve fare lUnione è «cacciare dalle liste Caruso e rompere lalleanza con no-global e incappucciati che inneggiano alla strage dei militari italiani», invita il capogruppo dellUdc alla Camera, Luca Volontè. Il ministro Calderoli «si è dimesso - ricorda Volontè - invece Prodi vuole i voti dei tifosi dei terroristi di Hamas; il suo silenzio è molto eloquente. Di questo passo il suo governo costruirà un monumento ai kamikaze». Per il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi «non bastano imbarazzate dissociazioni da slogan e immagini vergognose per sanare la contiguità di vasti settori della sinistra con posizioni apertamente antisemite e giustificazioniste del terrorismo fondamentalista».
È «indecente», sottolinea il ministro della Salute Francesco Storace «il silenzio di Prodi sui vergognosi insulti di Roma ai martiri di Nassirya». Alessandra Mussolini avverte: «Dieci-cento-mille Nassirya è ormai diventato il vero inno dellUnione di Prodi».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.