«Sinistra allo sbando, ma ora non dividiamoci proprio tra dirigenti»

«Sinistra allo sbando, ma ora non dividiamoci proprio tra dirigenti»

(...) Tutt'altro che una fusione fredda, dunque...
«... come è stata invece quella realizzata dal Pd. La differenza fondamentale fra noi e loro è che il Pdl è scaturito direttamente dalla volontà degli elettori».
Insisto: non tutti, fra voi, l’hanno capita.
«Dobbiamo renderci conto che la realtà espressa dal Pdl è molto diversa da quella cui ci eravamo abituati. Solo così potremo continuare a mietere, a livello elettorale, risultati sempre più esaltanti».
Si riferisce alle scadenze europee.
«Mi riferisco anche alle elezioni regionali del 2010 e alle comunali. Che non arriveranno alla scadenza naturale. Ci sono ottime chance per il Popolo della libertà».
Sta gufando contro Marta Vincenzi…
«Sto solo constatando che il sindaco di Genova e la sua giunta non hanno fatto niente di buono, in questi due anni di governo della città. L'inconsistenza amministrativa va ben oltre quello che noi stessi avevamo immaginato. E a patire, pesantemente, le conseguenze sono i cittadini genovesi»:
Censura totale, la sua, Cassinelli.
«Semplice constatazione. La città è paralizzata, Marta Vincenzi non può mettere a bilancio nulla di significativo. Al contrario: le questioni gronda di ponente e Iride-Enia dimostrano in modo palese che non c'è capacità di governo».
Meglio tornare alle urne.
«Certo. La disfatta del centrosinistra è totale. Bisogna tornare a votare per il Comune, magari in abbinamento alle regionali».
Ma al voto, voi del Pdl, dovreste arrivarci uniti.
«È questo il punto. Dobbiamo fare passi avanti, nel segno della condivisione. È vero che veniamo da tre realtà con storie, caratteristiche e uomini diversi. Ne sono felice espressione l'attuale coordinatore regionale, Michele Scandroglio, il vicecoordinatore Eugenio Minasso e Sandro Biasotti. Ma dobbiamo procedere coinvolgendo tutto e tutti».
Qualcuno non la pensa esattamente così. Dicono di Gianfranco Gadolla, il coordinatore metropolitano.
«Ci sono sensibilità diverse, è naturale. Ma non possiamo pensare di lasciare per strada qualcosa o qualcuno».
Per questo lei, Cassinelli, rinuncia alla diplomazia.
«La questione è un'altra. Credo che dobbiamo affidare responsabilità in cui le persone possano esprimersi. Su questo non abbiamo ancora raggiunto un’intesa».
Dovete venirvi incontro reciprocamente.
«È quello che dobbiamo fare, e, per quanto mi riguarda, sono assolutamente disponibile al dialogo con Gadolla e con chiunque, nel partito. Tant’è che ho promosso un incontro con i quadri provenienti da Forza Italia, aperto alla partecipazione di tutti».
Per dialogare bisogna essere in due.
«Sono sicuro che la buona volontà non manca. L’importante è capire che in questa fase occorre superare gli egoismi e ragionare con una logica nuova. Che poi ci riserverà ancora maggiori soddisfazioni».
Insomma, onorevole: lei non punta i piedi.
«Non ci penso nemmeno. Se non siamo d’accordo, restiamo paralizzati. Da parte mia spero di essere utile soprattutto a Gadolla, ad affiancarlo anche per mettergli a disposizione la mia esperienza di questi anni. Lo strumento più efficace è quello della partecipazione e del coinvolgimento.

Come, del resto, mi hanno aiutato a capire a suo tempo, nei rispettivi ruoli, l’onorevole Scandroglio e l’attuale ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola. Grazie all’onorevole Scajola, in particolare, ho potuto evitare gli errori e velocizzare l’esperienza».

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