Caro Granzotto, dal momento che il Pdl ha vinto le elezioni, possiamo ora domandarci con serenità: ha ragione chi sostiene, anche non dalle file della sinistra, che è un male e una ferita democratica la non rappresentanza dei comunisti e dellestrema sinistra in Parlamento? Inoltre, come sostengono alcuni, pagheremo lo sfratto con la piazza in subbuglio?
Miro Bastianini e-mail
A meno di non riferirsi a una versione bastarda della democrazia, quella, ad esempio, in atto nella defunta Repubblica Democratica Tedesca, ritenere che con luscita di scena della sinistra falce e martello il nostro sistema democratico abbia subito un danno è ragionamento del piffero, caro Bastianini. La democrazia non prevede trattamenti di favore - caratteristica piuttosto dei regimi totalitari - e dunque non si capisce perché dovrebbe risultare «non compiuta» ove non sia rappresentata anche da Pecoraro Scanio o Vladimir Luxuria. Il cui contributo alla compiutezza democratica, sia detto en passant, mi par si sia limitato al pretesto per un profondo e quanto mai appassionante «confronto». Mirante a stabilire se, nel solenne edificio di Montecitorio, Luxuria dovesse accedere ai gabinetti degli uomini o a quello riservato alle donne. Daltronde quando la procura milanese fece fuori in quattro e quattrotto la Democrazia Cristiana - un partito che non poteva vantare Luxurie, certo, ma De Gasperi, per dire, non era proprio da buttare via - non mi pare che qualche intellettuale o politico o esponente della società civile avesse posto la questione, si fosse chiesto se la democrazia ne avrebbe patito. Ma poi, a tagliar la testa al toro, resta il fatto che a differenza della Dc, la sinistra degli arcobaleni e dei ferri vecchi è stata fatta fuori non dal generale Petraeus o dalla Cia o dalle multinazionali o dalle forze oscure della reazione in genere. Bensì, con pratica altamente democratica - il voto - dai propri militanti. Ciò significa che i suddetti militanti, tutti animati da sincero spirito democratico, non cè nemmeno il bisogno di dirlo, ritenevano Bertinotti, Pecoraro Scanio, Vladimir Luxuria e compagnia cantando per un totale di 183 parlamentari, non necessari al processo democratico. E delle cose non necessarie, delle cose inutili che si fa? Si buttano. Dirla così, buttati come si buttano i rifiuti umidi della raccolta differenziata, è un po brutale, capisco. Perché qui si parla di fior di personaggi, di arcobalenisti e comunisti, di mistici del global warming e della transessualità. Però questa è la realtà dei fatti. Questo è il bello della democrazia: a chi tocca, tocca. Che poi, avendo perduto, nellordine: potere, paga, prestigio e diritto di video, i 183 supertrombati trasferiscano le loro battaglie dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama alla piazza, ci credo poco. Primo perché le piazze non dant panem e quella è gente che abbiamo abituato a riceverne in abbondanza.
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