La sinistra vuol cancellare il taglio delle tasse

L’Udc: colpiamo le rendite finanziarie. Fi ripropone il bonus per il secondo figlio

Gian Battista Bozzo

da Roma

Una pioggia di 3.305 emendamenti s’abbatte sulla legge finanziaria, al primo esame in commissione Bilancio del Senato. L’opposizione ne ha presentati 1.810, e fra le trenta proposte di modifica firmate dai capigruppo del centrosinistra c’è anche la cancellazione del taglio fiscale sui redditi medio-alti approvato dalla maggioranza con la scorsa finanziaria: i 6 miliardi di gettito recuperato, secondo l’opposizione, dovrebbero essere utilizzati per tagliare di tre punti il costo del lavoro (1,5 punti a favore dei datori di lavoro e 1,5 a vantaggio dei lavoratori).
La cancellazione del secondo modulo del taglio fiscale era stata chiesta, al recente convegno dei giovani della Confindustria, dal segretario della Cisl Savino Pezzotta. «Sarebbe necessario, e mi auguro che lo faccia il prossimo governo, ritirare il secondo modulo della riforma fiscale e utilizzare quelle risorse, oltre 6 miliardi, per il Mezzogiorno», aveva detto Pezzotta.
Il centrosinistra è anche favorevole alla revisione della tassazione delle rendite finanziarie. Così come l’Udc. Un emendamento centrista, firmato dai senatori Tarolli e Ciccanti, prevede una tassazione del 20 per cento sui titoli obbligazionari e sui dividenti azionari, con una franchigia limitata ai titoli di Stato (Bot, Cct, eccetera) di 800 euro di reddito. Le maggiori entrate dovrebbero essere destinate al sostegno alle famiglie: in particolare, si introduce la deducibilità del 20 per cento del canone d’affitto per i nuclei familiari che non superano un reddito di 40mila euro all’anno; inoltre, verrebbe previsto un contributo alle famiglie che mandano i figli alla scuola privata.
L’Udc propone inoltre l’istituzione di un’«Alta commissione» - composta da esponenti del ministero dell’Economia, della Banca d’Italia, dell’Istat, del Cnel e degli enti locali - che dovrebbe monitorare i conti pubblici «con particolare riguardo a quella svolta dagli enti pubblici centrali e periferici».
Fra i 1.495 emendamenti presentati dalla maggioranza non dovrebbe figurare alcuna richiesta di condono fiscale. Il senatore di An Roberto Salerno, che avrebbe voluto proporre la riapertura del condono 2003, ha dovuto desistere e ha presentato due emendamenti per la regolarizzazione dei contributi previdenziali. Alleanza nazionale, con Maurizio Leo, ha proposto nei giorni scorsi una riedizione del concordato preventivo (gettito previsto 3 miliardi di euro circa), ma il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha chiarito di essere contrario a ogni tipo di condono. Il relatore della Finanziaria Antonio Azzollini (Fi) ha presentato una trentina di emendamenti tecnici, per aggiustare il testo iniziale della legge, più una modifica per estendere ai marittimi i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto. Da parte della Lega Nord arriva invece il contestato emendamento che prevede la tassa da 50 euro per il rilascio (o il rinnovo) del permesso di soggiorno agli extracomunitari. Il Carroccio ripropone anche il bonus per il secondo figlio.
Dopo una prima scrematura di ammissibilità, gli oltre 3.300 emendamenti passeranno al vaglio della commissione Bilancio del Senato a partire da martedì. Sempre martedì dovrebbe aver luogo una riunione di Forza Italia sulla Finanziaria, presente Tremonti. Le priorità del partito restano legate al bonus per il secondo figlio (che dovrebbe costare circa 500 milioni di euro) e lo sgravio della spesa per i libri di testo per le famiglie con reddito inferiore a 30mila euro l’anno (costo totale 300 milioni). Il pacchetto famiglia della Finanziaria vale complessivamente 1.140 milioni.

Sull’utilizzo di questa somma, che vale per il solo 2006, si terrà mercoledì un vertice di maggioranza. Le decisioni confluiranno nel maxiemendamento del governo che sarà probabilmente presentato soltanto quando la Finanziaria giungerà nell’aula di Palazzo Madama.

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