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Sisma, Berlusconi: ricostruiremo tutto Tre case su quattro agibili in 30 giorni

Il presidente del Consiglio, per la settima volta in Abruzzo, ha assicurato che il governo ha individuato "i finanziamenti" e ha aggiunto: "Non ci sarà alcuna nuova tassa". Napolitano: "Bilancio aggravato dallo sprezzo delle regole"

Sisma, Berlusconi: ricostruiremo tutto 
Tre case su quattro agibili in 30 giorni

L'Aquila - Settima visita del premier sui luoghi del terremoto. Tre case su quattro di quelle colpite dal terremoto saranno agibili entro un mese. Lo assicura il pèresidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa da Coppito, L’Aquila. Il premier spiega che "il 57% delle case è immediatamente agibile, la popolazione non ci rientra perchè ha paura e preferisce stare in una tenda o in albergo piuttosto che affrontare una situazione che non è finita con la fine delle scosse. Queste case hanno resistito bene e possono resistere ad altre case". "Il 19% delle case - ha aggiunto Berlusconi - saranno rese agibili con un intervento veloce, quindi abbiamo la bella sorpresa che il 76% delle case sono agibili entro 30 giorni. Il restante 30% è inagibile". In sintesi, "una casa su quattro è inagibile, 3 su quattro sono agibili. È una bella sorpresa".

"Verrà ricostruito il 100% delle case" "Lo Stato ricostruirà il 100% delle case che sono state distrutte o lesionate dal terremoto". Lo ha detto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa tenuta all’Aquila. "Se qualche cittadino, poi, volesse costruire per se stesso la casa altrove - ha chiarito Berlusconi - lo Stato ricostruirà ovunque la sua casa distrutta ma farà anche di più: darà a quel cittadino un contributi tra il 33 e il 50% e la possibilità di coprire la restante parte con un mutuo trentennale. In sostanza - ha chiarito Berlusconi - farà una cosa aggiuntiva, cioè quel cittadino manterrebbe comunque la proprietà della casa precedente, lesionata o distrutta e ricostruita".

"Nessuna nuova tassa" Il premier Silvio Berlusconi, parlando in una tendopoli vicino l’Aquila, assicura che il governo ha individuato "i finanziamenti" per la ricostruzione e ha aggiunto che il governo "terrà la settimana prossima all’Aquila il Cdm in cui stabiliremo questi finanziamenti". Ma, ha aggiunto Berlusconi, "non faremo una tassa". "I finanziamenti li abbiamo - ha detto - faremo la settimana prossima a L’Aquila il consiglio dei ministri con cui stabiliremo i finanziamenti. Ho deciso, visto che la filosofia del governo è quella di diminuire e non di aumentare la tassazione, di non mettere una nuova tassa agli italiani per la ricostruzione".

"Sì alle inchieste ma prima ricostruiamo"
"Ben vengano le inchieste", ma ora concentriamoci sulla ricostruzione. Il presidente del Consiglio invita la stampa "a non riempire i giornali" solo di inchieste che vanno fatte per accertare eventuali responsabilità, perchè ora è il momento "di pensare soprattutto alla ricostruzione". Pungolato dai giornalisti, il Cavaliere ribadisce il concetto a microfoni spenti: "È giusto che ci siano le inchieste giudiziarie, ma per favore non perdiamo tempo. Impieghiamo il nostro tempo sulla ricostruzione e non andiamo dietro a cose che ormai sono successe. Come ho detto se qualcuno è colpevole, pagherà, ma per favore, non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste...".

Il procuratore: "Berlusconi è stato frainteso" 
"Non siamo di ostacolo alla ricostruzione e non vedo che rapporto ci sia tra questa e l’accertamento delle responsabilità" dei crolli. Lo ha detto il Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila, Alfredo Rossini, che ha aperto un’inchiesta sui crolli degli edifici nel capoluogo abruzzese per il sisma del 6 aprile, in riferimento alle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi. "Berlusconi è stato frainteso, perchè ci ha sempre dichiarato stima. Noi facciamo il nostro lavoro; sono atti obbligatori dovuti alla legge che ci regola e stiamo cercando di accertare eventuali responsabilità il più velocemente possibile, tenuto conto della complessità dell’inchiesta"

Ma Franceschini attacca
Parte alla carica il leader del Pd, nonostante il procuratore dell'Aquila abbia smorzato la polemica. "Berlusconi aveva detto che sarebbe andato in Abruzzo solo per coordinare i lavori. Mi pare che ci vada ogni due giorni per fare conferenze stampa ed attaccare tutto e tutti. Il presidente del Consiglio pensi all’emergenza e alla ricostruzione e provi ad usare, se ci riesce, un pò di senso di responsabilità, come stanno facendo tutti: l’opposizione, gli enti locali e la magistratura". Così il segretario del Pd Dario Franceschini replica alle affermazioni del premier.

Il premier respinge le accuse di ritardo
"Addirittura il giorno prima dell’arrivo di questo telegramma di cui si parla il governo ha riunito la Commissione Grandi Rischi che ha avuto una sessione lunga finita con un verbale dove si dichiarava che non c’era alcuna possibilità scientifica di prevede il sisma. Questo dimostra l’efficienza della nostra Protezione civile di cui dobbiamo essere tutti fieri e orgogliosi". Silvio Berlusconi respinge le accuse di ritardo nel dichiarare lo stato di emergenza in Abruzzo, dopo le polemiche di queste ore seguite alla notizia che un telegramma con una richiesta di convocare lo stato d’emergenza sarebbe stato inviato dal sindaco dell’Aquila cinque giorni prima del terremoto del 6 aprile.

Tutti i numeri della
"città diffusa" La chiama "città diffusa" perchè si estende "dagli Appennini alle coste" e comprende una popolazione di 66mila persone. Tanti sono gli sfollati del terremoto che ha frustato l’Abruzzo e che ora trovano temporaneo alloggio nei campi allestiti in prossimità delle aree colpite e negli alberghi sulla costia abruzzese. Silvio Berlusconi fornisce un ulteriore riepilogo della contabilità degli aiuti, nel corso della conferenza stampa che chiude la sua nuova visita a L’Aquila.

Sessantaseimila persone
I campi, spiega il presidente del Consiglio, sono 161 e comprendono 6000 tende con 69 cucine da campo e 41 presidi medici avanzati. Strutture che forniscono assistenza a 40mila persone. Poi, prosegue, ci sono le altre 26mila che hanno trovato sistemazione negli alberghi ed anche in questo caso Berlusconi snocciola il dettaglio: 194 quelli a Teramo, 65 a Pescara, 105 a Chieti e 9 ad Ascoli Piceno. "In totale stiamo gestendo una città diffusa, dagli Appennini sino alla costa, a cui forniamo tutti i servizi", rivendica per rispondere indirettamente alle polemiche sulla gestione degli aiuti.



"Prima volta nella storia di un paese occidentale" "Mai credo nella storia di un Paese occidentale si è avuta una situazione di questo tipo con una città così vasta di 66mila persone alle quali si è tempestivamente offerta ospitalità, gradita e accolta con grande soddisfazione dai cittadini che hanno dovuto lasciare le loro case".

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