Gianandrea Zagato
Reclamano il ripristino della legalità. Quella che al civico 54 di via Quaranta, periferia sud, è violata nellex fabbrica dismessa trasformata in una scuola islamica frequentata da cinquecento bambini. A pretendere il rispetto delle leggi è la Lega, che per due ore dà vita a un sit-in di protesta.
«Vogliamo che per quei bambini ci sia un futuro, che sui banchi di scuola ci siano gli abbecedari e non testi religiosi e volumetti di sure del Corano da mandare a memoria come fosse una moschea» annota Matteo Salvini. Auspicio, quello dellex parlamentare, condiviso anche dal consigliere comunale Laura Molteni: «Manifestiamo per nome e per conto di quei bambini che non possono conoscere, sapere e ragionare. Possono solo sviluppare unidea di identità culturale e religiosa esasperata. Condizione che mi spinge come presidente della commissione servizi sociali del Comune a chiedere lintervento del tribunale dei minori». Come dire: no al ghetto dellintegralismo e dei pregiudizi. Opportunità cui si contrappone il presidio di uno sparuto gruppo di rappresentanti di Rifondazione e di autonomi dei centri sociali.
È lì a due passi dal dormitorio pubblico di via Ortles che va in scena il tentativo denunciato dal vicesindaco Riccardo De Corato di «volere tenere in piedi una polemica per mettere in difficoltà lamministrazione comunale». A innescarla ci pensa Vittorio Agnoletto, «non cè nulla di fuorilegge in questa scuola. Il Polo non può giocare sulla testa di questi bambini». Uscita che ignora i virgolettati non solo degli amministratori locali «sullinagibilità della struttura» ma anche quelli del prefetto Bruno Ferrante «sullillegalità del sistema scolastico offerto nellistituto di via Quaranta». Per Agnoletto scortato, da no global e dirigenti meneghini di Rifondazione, «in quella scuola è stato fatto un uso politico di unispezione sanitaria».
Visione controfirmata pure dai Verdi ma allinterno di «un processo di responsabilizzazione dentro lo stato di diritto di un paese democratico». Note a ruota libera mentre per i bambini musulmani non cè scuola ma lezione di protesta sui marciapiedi di via Quaranta, con rischio di perdere lanno scolastico. Possibilità che spinge Silvia Ferretto Clementi a chiedere «unindagine conoscitiva della Regione sulle difficoltà dintegrazione e sullabbandono scolastico»: «Indagine dopo il ricatto messo in atto da alcuni genitori della scuola di via Quaranta che non è solo inaccettabile ma anche pericoloso».
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