Da Milano
Qualcosa di organizzato. E premeditato. Gli scontri di Milano erano prevedibili. Meglio, erano previsti. Sito internet di Indymedia, pagina italiana, sezione Lombardia. Al capitolo «Calendario», prima voce: «Sabato 11 marzo, manifestazione Antifascista contro il corteo annunciato dalla Fiamma tricolore». Linvito è una mobilitazione «larga e determinata».
Non solo un richiamo alla partecipazione. Qualche riga ancora, e arriva lavvertimento. «Tutto ciò che accadrà dalle 12 in poi - si poteva leggere sulla pagina web - sarà completa responsabilità delle scelte politiche delle autorità cittadine, che si troveranno di fronte un semplice dilemma: regalare per ore un pezzo di centro cittadino milanese alle destre xenofobe al prezzo di elargire robuste dosi di violenza poliziesca contro gli attivisti antirazzisti». «Oppure - prosegue - rendersi conto che la sfilata di questi beceri intolleranti è inaccettabile nelle nostre città, ancor più a Milano medaglia doro alla Resistenza». Tradotto: se sarà manifestazione, sarà «guerra».
E così è stato. Con i militanti che si muovevano a piccoli gruppi e con coordinazione, spostandosi nelle vie parallele a corso Buenos Aires per poi concentrarsi sul luogo dello scontro. Qualcuno, nel quartiere, li ha notati. «Si tenevano in contatto con il telefonino - racconta la signora E. V., che abita allangolo con via Melzo -, allimprovviso si sono riuniti, e poi è scoppiato tutto. Perché le Forze dellordine non sono intervenute?».
Oggi, sempre sul sito di Indymedia, altre motivazioni. «Il movimento milanese - scrivono gli attivisti - ha scelto di dare un segnale forte che negasse qualsiasi agibilità ai fascisti». E chiedono «il rilascio immediato» degli oltre 40 fermati. «Esigiamo che vengano liberati, non ci permettono di farli avvicinare dagli avvocati, né di sapere chi è in stato di fermo e dove sia custodito».
La versione dei fatti, al di qua del «fronte». «Per unora e mezza abbiamo tenuto e resistito dietro a una barricata». Ancora, «ci hanno chiuso lentamente ogni via di fuga», circondando le persone che ormai stavano semplicemente scappando dalla violenza della polizia».
Infine, le motivazioni.
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