Skelton, alla ricerca del libro misterioso

Lo scrittore inglese entra in un mondo magico: tra storia e fantasy riscrive l’invenzione della stampa di Gutenberg

Skelton, alla ricerca del libro misterioso

Matthew Skelton non si considera un ribelle ma il suo primo romanzo, Il libro del Drago (Mondadori, pagg. 362, euro 16), l’ha scritto nella convinzione che attraverso trame fantastiche alcune cose si possono cambiare. «Il mito dei draghi - dice - appartiene ai primordi di ogni popolo e la trasformazione in qualcosa di diverso nel caso specifico nella pergamena di un libro antichissimo, l’Ultimo Libro, conosciuto con nomi diversi: il Libro di Sabbia, lo Specchio degli Infiniti, il Codice dell’Eternità, incute timore, ma anche meraviglia ed entusiasmo. Un libro che contiene intere biblioteche tra le proprie pagine e che addirittura può dare vita alle parole non può essere che un libro magico». Il romanzo Il libro del Drago prende spunto da un mistero storico riguardante l’origine della diffusione della stampa nel quale ha larga parte la figura di un personaggio realmente esistito, il tedesco Johann Fust che sembra abbia ispirato la leggenda del mago astrologo Faust. Protagonisti due ragazzi: Endymion, originariamente un lacero mendicante all’occasione anche ladro, muto e orfano che casualmente diventa apprendista di Johann Gutenberg, l’inventore della stampa nella Magonza del 1452; e Blake, che vive nella Oxford dei nostri giorni con la madre ricercatrice e la sorella, che nella biblioteca del college trova un volume misterioso dalle pagine bianche sulle quali lentamente appaiono lettere che solo lui riesce a vedere...
Nella babele della Fiera del libro per ragazzi di Bologna c’è posto per tutto ciò che investe l’immaginario infantile, dalle visioni oniriche alla realtà condita con un pizzico di follia. Per Matthew Skelton, autore trentacinquenne che sembra un adolescente, nato in Inghilterra e cresciuto tra Europa e Canada, la magia si è realizzata senza farsi attendere troppo. Trascurando gli agenti letterari ha mandato per posta il suo manoscritto alle varie case editrici che subito se lo sono conteso. «È stato un vero colpo di fortuna - spiega -. Ho studiato a Oxford e in quel periodo ho letto la trilogia fantasy Queste oscure materie di Philip Pullman, in particolare mi ha colpito il secondo volume La lama sottile che offre una visione particolare di Oxford come luogo carico di misteri antichi da cui si entra in mondi diversi. Dopo ho fatto uno strano sogno, un incubo a lieto fine: un ragazzo rimaneva imprigionato in una biblioteca dalla forma di labirinto dove era minacciato da una presenza ostile e la sua vita dipendeva in qualche modo da me».
Nel romanzo - chiediamo a Matthew Skelton - la Persona nell’Ombra rappresenta il male, e i libri in qualche modo dominano la storia intrecciata e parallela di Endymion e Blake uniti attraverso i secoli da una affinità spirituale. Questo dualismo si riferisce alla realtà attuale? «C’è bianco e nero risponde -. Il significato profondo del libro è da cercare nella forza della parole, sul potere della comunicazione. Io ho vissuto mesi a Berlino senza conoscere il tedesco e mi sono sentito annullato. Nel libro c’è la forza delle pagine anche quando sono bianche perché rappresentano la voce di Endymion, che è come Blake puro di cuore».


Insistiamo: si può interpretare anche nel senso che un libro può essere fatto di pagine bianche per chi non capisce? «Blake e Endymion danno corpo alle pagine nel presente e nel futuro perché la conoscenza in sé non è mai sbagliata, ma piuttosto può essere pericolosa l’applicazione della conoscenza. Nel mondo accademico la passione per i libri è inquinata dal consumismo dei nostri tempi. Sicuramente i giovanissimi hanno un interesse più genuino e autentico per la cultura e la comprensione».

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