Roma - Continua lo scontro sulle televisioni a pagamento. L'emittente di Murdoch torna all'attacco contro Palazzo Chigi: "Il
provvedimento colpirà 4.7 milioni di famiglie che hanno liberamente
scelto di abbonarsi ai nostri prodotti". Ma il presidente del Consiglio spiega: "Il raddoppio dell'Iva penalizza tutte le televisioni a pagamento, anche Mediaset".
L'attacco di Sky In un comunicato, Sky ribadisce che "il provvedimento approvato dal Governo prevede un raddoppio dell’Iva per le 4.7 milioni di famiglie che hanno liberamente scelto di abbonarsi ai nostri prodotti". "Si tratta - precisa il comunicato - di un aumento delle imposte per gli abbonati e dunque, come qualsiasi aumento dell’Iva, è integralmente a carico del consumatore. Ciò significa che qualora questo provvedimento fosse confermato dal Parlamento, a partire dal primo gennaio ogni cliente di Sky avrà un aumento delle imposte sul suo abbonamento pari al 10%".(Un abbonamento medio di Sky si aggira sui 40 euro)
Lo spot contro il governo Va in onda su Sky uno spot di informazione agli abbonati sul tema del raddoppio dell’Iva. Immagini di una conferenza stampa della Presidenza del Consiglio con Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti si succedono ad altre, tratte da programmi Sky, con il testo che recita: "In una fase di crisi economica i governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese. Il governo italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio delle tasse sul vosto abbonamento a Sky che va dal 10 al 20%". Non è finita. Il testo dello spot prosegue: "Un aumento delle tasse per 4 milioni e 600 mila famiglie. Questo, anche se durante la scorsa campagna elettorale il governo aveva promesso di non aumentare le tasse alle famiglie italiane. Dal 2003 Sky ha costantemente investito in Italia trainando la crescita dell’intero settore televisivo, senza utilizzare sussidi da parte del governo creando migliaia di nuovi posti di lavoro ma soprattutto offrendo a tutti gli italiani la possibilità di scegliere i programmi televisivi che preferiscono in piena libertà". "Se il Parlamento non lo bloccherà - conclude lo spot - questo aumento delle tasse sul vostro abbonamento Sky entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio".
Veltroni: "Colpita un'impresa" "Questa misura è un modo per
colpire un’impresa, Sky, che produce e da lavoro e per colpire i
cittadini, deprimendo ulteriormente il paese". Così il
segretario del Pd Walter Velrnoni critica il provvedimento
previsto nel decreto anticrisi. "È una misura - evidenzia Veltroni - che agisce per il 92%
sul principale concorrente di Berlusconi. E poi siamo sempre da
capo a dodici: il governo prende una misura che è un aumento
delle tasse perchè non stiamo parlando di famiglie ricche ma
dei tifosi di calcio che si sono abbonati a Sky, ora si trovano
il prezzo raddoppiato".
Di Pietro: "Non esiste un caso Sky ma un caso Mediaset" Di Pietro parte all'attacco. "Non esiste un caso Sky, ma esiste un caso Mediaset, che è tutt’altra
cosa". Lo ha detto oggi pomeriggio il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di
Pietro, a chi gli ha chiesto se esiste un caso Sky alla luce del
provvedimento che raddoppia l’Iva per gli abbonamenti alle tv a
pagamento. "Il provvedimento voluto dal Presidente del Consiglio e dal
Governo che aumenta l’imposta sulle pay tv - ha proseguito Di Pietro - va a
danno delle famiglie e dei cittadini perchè aumenta le imposte in un periodo
in cui la situazione finanziaria è così grave per le famiglie. Per i consumi
che stagnano - ha suggerito - c’è bisogno di ridurre le imposte per
aumentare i consumi. Lui invece le ha aumentate in modo che i consumi
che non piacciono a lui, sui concorrenti, diminuiscono, e rimangono solo i
consumi che piacciono a lui.
Sono capace anche io - ha concluso - a fare l’imprenditore così".
Gasparri: "Spot polemico, protesta strumentale" "Polemico ma prevedibile lo spot Sky.
Più ragionevolezza sarà utile per capire se la pay tv deve avere una aliquota
Iva più vicina a quella del pane che a quella di altri generi di prima necessità
per i quali si paga il venti per cento". È quanto afferma Maurizio Gasparri,
presidente dei senatori del Pdl, rispetto alla norma del pacchetto anti-crisi
che riguarda tra le altre la pay tv Sky. Secondo Gasparri "meno si ideologizza la questione meglio è, si tratta di capire se un regime fiscale che incoraggiava un settore nuovo
deve andare ancora avanti o se dopo 10 anni e una crescita forte del settore questo non abbia più ragion d’essere". Parlando dell’"insorgere
della sinistra" sulla questione, Gasparri ha commentato: "Facciano un corteo, portino gli studenti per le parabole".
Casini: "Togliere la tassa su Sky" Casini offre la sua disponibilità al Governo, a patto che venga eliminata questa tassa. "Il Presidente del Consiglio ha chiesto
disponibilità all’opposizione. Noi rispondiamo: presente.
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