Sla, 2.500 euro per chi si cura a casa

Aumenta il contributo per i malati di Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. Gli assegni che la Regione Lombardia staccherà a favore dei pazienti e delle loro famiglie potranno arrivare, a seconda della gravità del caso, a 2mila o 2.500 euro: quattro volte tanto rispetto al contributo degli attuali 500 euro. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che promuove la lotta alla malattia neuro degenerativa potenziando l’assistenza a domicilio. In attesa che si trovi una cura. «È l’importo più alto tra tutte le Regioni italiane - spiega - e servirà a garantire una adeguata assistenza alle persone per cui il progredire della malattia ha causato un deficit grave o completo delle capacità funzionali» come la respirazione, la nutrizione o la motricità.
Grazie ai 15,5 milioni di euro del fondo nazionale per le non autisufficienze sarà possibile potenziare anche i cosiddetti ricoveri di sollievo. In Lombardia la rete per assistere chi è affetto di Sla si fa sempre più fitta. Il centro clinico Nemo, all’ospedale Niguarda, mette a disposizione altri mille metri quadrati e di fatto raddoppia dimensioni e funzionalità, con particolare riferimento ai pazienti pediatrici che potranno godere di spazi interamente dedicati. «Si tratta - spiega Formigoni - di una struttura unica nel suo genere in Italia e che in brevissimo tempo ha saputo porsi come punto di riferimento in assoluto perle malattie genetiche correlate». È dotata di 20 posti letto più 4 di day hospital, e conta un’utenza di circa 1.200 persone all’anno. In tutto il centro ha offerto più di seimila prestazioni in quattro anni di effettiva attività, con una domanda in forte crescita costituita per ben il 30 per cento da pazienti extra-regione. Nel 2013, terminata la fase di sperimentazione gestionale cominciata nel 2007, il centro Nemo, con i suoi posti letto e le attività relative, entrerà a far parte a tutti gli effetti del Sistema sanitario regionale.

Alla cerimonia di presentazione dei nuovi spazi ha preso parte anche il presidente di Telethon Luca Cordero di Montezemolo. «Il pubblico e il privato assieme - spiega -, con il principio di sussidiarietà, possono fare delle belle cose insieme e soprattutto dare risposte alle speranze di tanti malati».

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